Omicidio Pasolini, chiesta la riapertura delle indagini

I legali di parte civile: ci sono Dna da identificare

OTT 31, 2016 -

Roma, 31 ott. (askanews) – Riaprire le indagini sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Il legale del cugino del grande artista ucciso la notte tra il primo e 2 novembre del 1975 lo chiede in una istanza che è stata posta all’attenzione del Pm Francesco Minisci della Procura di Roma. L’avvocato Stefano Maccioni per Guido Mazzon sottolinea come sulla base di un parere pro veritate della genetista Marina Baldi la sera del delitto oltre a Pasolini e Giuseppe Pelosi era presente almeno una terza persona. “Ed abbiamo il profilo biologico di questo ignoto”, spiega il penalista.

Il legale della famiglia Pasolini spiega poi che la Baldi nella sua relazione pone in evidenza alcuni elementi degni di attenzione, in particolare, riprendendo quanto sostenuto dal RIS, afferma che:

“Sul reperto 7, maglia di lana a maniche lunghe, ci sono altri due DNA, di cui quello del ‘2° soggetto ignoto’ è misto al DNA di Pasolini – ed è stato riscontrato anche su altri reperti, (il N° 3, slip neri, traccia 1 e traccia 3; reperto 21, fazzolettino; reperto 23, maglietta a maniche corte; reperto 16, giubbino rosso; reperto 19, scarpe da donna marrone), ma quello appartenente a ‘3° soggetto ignoto’ è un profilo singolo, estrapolato da una traccia verosimilmente ematica”.

Insomma “c’è l’impronta biologica di qualcuno che, nel momento in cui c’è stato il contatto con la vittima, era ferito, con ferita recente perché perdeva sangue”. L’avvocato Maccioni sottolinea: “Chiediamo alla Procura di Roma di procedere alla riapertura delle indagini al fine di individuare a chi appartenga il profilo biologico di ignoto 3, oltre che ovviamente quello degli altri DNA rimasti allo stato ignoti. Riteniamo che la Procura potrebbe restringere il campo di azione utilizzando la sopra richiamata NGS ma soprattutto indagando nell’ambito della criminalità romana dell’epoca considerando soprattutto coloro che gravitavano intorno alla neonascente Banda della Magliana”.

Il penalista ha poi aggiunto: “Abbiamo evidenziato un nome tra tutti quello del professor Aldo Semerari che ricorre nella memoria presentata dai Pm in relazione al processo Mafia Capitale e che guarda caso era stato anche il consulente di Pino Pelosi nel primo processo innanzi al Tribunale per i Minorenni. Ci auguriamo che l’aver ancorato la nostra richiesta ad un dato incontrovertibile, come il DNA, induca la Procura di Roma nella quale riponiamo la massima fiducia a continuare la ricerca della verità”.

La genetista Baldi ha spiegato che “oggi, poi, ulteriori novità in campo tecnico, come la NextGeneration Sequencing (NGS) con amplificazione massiva parallela, consentono analisi di pannelli di geni di dimensioni inimmaginabili fino a qualche anno fa e quindi sono ormai realtà le associazioni di alcuni assetti genetici con alcune caratteristiche fisiche, quale colore degli occhi, della pelle, dei capelli ed alcuni tratti somatici.