Eternit bis, Osservatorio amianto: nessun morto va escluso

Il presidente Bonanni: Rispetto a Eternit Uno reato è diverso

OTT 26, 2016 -

Torino, 26 ott. (askanews) – Nessuna vittima va esclusa dal processo Eternit Bis che riprende domani a Torino. Lo sottolinea Ezio Bonanni presidente dell’Osservatorio nazionale amianto e legale di alcune famiglie delle bvittime che domani ha organizzato anche un presidio davanti a Palazzo di Giustizia. “Riteniamo che anche dopo la recente sentenza della corte costituzionale – dice Bonanni ad Askanews – i precedenti casi contemplati nel primo processo Eternit debbano essere comunque riqualificati a titolo di omicidio volontario e quindi la prescrizione per il reato di disastro ambientale non può inficiare la contestazione di omicidio”. “Si tratta di due reatti diversi – sottolinea Bonanni -, il disastro ambientale è un reato di pericolo e non di evento mentre l’omicidio presuppone la morte della persona come evento. Anche il bene tutelato è diverso: nel primo caso la pubblica incolumità, nel secondo la persona. Ed è diversa anche la condotta: nel primo reato si prende in considerazione l’azione che mette in pericolo nel secondo quella che provoca la morte. Tant’è vero – prosegue Bonanni – che già all’inizio potevano essere contestati entrambi i reati”.

“La Cassazione – precisa il presidente dell’Osservatorio – parla di concorso formale, un’identica azione che prefigura due reati che vanno contestati entrambi. E anche il procuratore generale della Cassazione (Francesco Mauro Iacoviello, ndr) quando chiese la dichiarazione di prescrizione disse a fronte dei duemila morti Eternit, di non capire perchè non fosse stato contestato il reato di omicidio”. “Noi come Ona ci costituiremo parte civile – ha detto ancora Bonanni – e chiederò il rinvio a giudizio di Stephan Schmidheiny per omicidio vollontario ma chiederemo anche in sede di dibattimento la chiamata dello Stato come responsabile civile per non aver interdetto le condotte di Schmidheiny”. Secondo Bonanni infatti l’Italia decise lo stop all’amianto nel 1992 “con colpevole ritardo, dopo che già nel 1983 era stata emanata la direttiva europea, la 477, contro l’amianto e dopo che nel 1990 fu condannata dalla Corte di Giustizia Ue”.