Cyber security, giovani potrebbero colmare gap di competenze

Report: 43% ha preso in considerazione carriera ma va aiutato

OTT 19, 2016 -

Roma, 19 ott. (askanews) – I giovani con competenze in campo tecnologico potrebbero colmare un gap in espansione se i datori di lavoro cercassero di combattere le crescenti minacce del cyber crimine ed evitare che vengano rovinate vite pubbliche e private. Ma il settore non fornisce un percorso chiaro ai giovani per trovare lavoro, perfezionare le loro competenze e servire la società. Al contrario, i giovani sono più tentati ad intensificare il cyber crimine, anziché prevenirlo.

A sostenerlo è un nuovo sondaggio condotto da Kaspersky Lab su 12mila utenti privati e professionisti IT negli Stati Uniti e in Europa. Le persone sotto i 25 anni, “altamente qualificate e suggestionabili” – dice il rapporto, sarebbero “già abituate agli attacchi informatici su larga scala. La loro preoccupazione supererebbe “solo in maniera marginale la curiosità – e persino la loro considerazione – per queste tipologie di crimini”.

Infatti, “il 64% degli italiani di età inferiore ai 25 anni” considererebbe “l’hacking una competenza notevole e solo il 26% degli intervistati” si è detto “preoccupato dalle persone che dispongono di competenze di hacking. Molti sono già in grado di confondere le informazioni, con oltre un terzo (35%) dei nostri connazionali di età inferiore ai 25 anni, ad esempio, capace di nascondere il proprio indirizzo lP”.

E mentre “il 43% ha preso in considerazione una carriera nella cyber security, considerata da molti (42%) come un modo per fare buon uso del proprio talento, molti altri hanno ammesso di essere inclini a prendere parte ad attività più discutibili”, dice ancora il sondaggio.

Poco più della metà degli italiani di età inferiore ai 25 anni (54%) “parteciperebbe davvero alla lotta contro il cyber crimine; un numero significativo, invece, userebbe le proprie competenze per divertimento (18%), attività segrete (22%) e profitti finanziari (10%)”.

Sia “che siano geni degli exploit o soldati semplici al servizio di organizzazioni criminali”, negli ultimi anni gli hacker adolescenti – spiega una nota della società – “sono stati collegati a numerosi cyber crimini ad alto profilo (inclusi attacchi alla società statunitense Sony Entertainment, al rivenditore americano Target, al sito web per genitori del Regno Unito Mumsnet e al fornitore britannico di banda larga TalkTalk. Anche le agenzie che hanno come obiettivo quello di fermare questi attacchi sono state prese di mira: nel 2012 sia la Cia che la Serious Organized Crime Agency (Soca) sono state attaccate da hacker adolescenti nel Regno Unito”.

I giovani appassionati di informatica di oggi, dunque, “potrebbero essere la chiave per colmare l’ampio gap di competenze informatiche, ma hanno bisogno di essere incoraggiati a utilizzare le proprie capacità nella lotta contro il cyber crimine”. La recente Global Workforce Survey condotta da Frost & Sullivan, sulla base delle tendenze attuali, ha previsto una carenza di 1,5 milioni di professionisti della sicurezza informatica entro il 2020.

(Fonte: Cyber Affairs)