Centinaia in piazza Duomo, l’ultimo saluto di Milano a Dario Fo

Il figlio Jacopo: ha fatto vita straordinaria, mai piegato testa

OTT 15, 2016 -

Milano, 15 ott. (askanews) – Non solo l’ultimo addio all’artista, Dario Fo, ma anche la celebrazione, in memoria dell’uomo, dei valori e delle passioni e della “gioia, l’allegria, e una vita spesa nella solidarietà”. Sul sagrato del Duomo di Milano, sotto una fitta pioggia, centinaia di persone sono accorse ai funerali di Dario Fo accompagnando – sulle note di Bella ciao suonati dalla Banda degli ottoni – il feretro in corteo dalla Camera ardente allestita al Teatro piccolo. In piazza Duomo, dove sono in corso le esequie laiche, la scritta “Ciao Dario” sulle insegne della libreria Mondadori ha accolto il corteo funebre.

“Celebriamo il più grande tra di noi che aveva la capacità di dileggiare i grandi con uno sberleffo”, ha detto l’amico Carlo Petrini, fondatore di Slow food, tra i primi a ricordare il premio Nobel scomparso due giorni fa a novant’anni. Dario Fo, ha detto Petrini tra gli applausi, “ha parlato agli umili, e gli umili della terra lo hanno capito”. “Molte persone oneste e sincere hanno tenuto a sottolineare la differenza tra artista, genio straordinario e la politica come se le due cose fossero inscindibili – ha detto Petrini – credo sia impossibile e non sia giusto: e ben lo sapevano quei sovversivi dell’accademia svedese che gli assegnarono il nobel con una sintesi perfetta “dileggia il potere e restituisce dignità agli oppressi”.

Ha aperto le celebrazioni prima la sigla televisiva di Mistero Buffo, poi le note di “Stringimi forte i polsi dentro le mani tue”. “Stiamo celebrando questo saluto come mio padre ha voluto”, ha detto il figlio Jacopo Fo. E questa è “una canzone – ha aggiunto emozionato – che mio padre ha scritto per mia madre.

Noi siamo comunisti e siamo atei, però, mio padre non ha smesso di parlare con mia madre, non ha smesso di chiederle consiglio.

Per cui siamo anche un po animisti. Perché non è credibile che uno muore veramente. Non dai, si fa per dire”.

“Avete visto – ha aggiunto Jacopo Fo – uno che c’era veramente.

Mio padre e mia madre non hanno piegato la testa. E la gente che li ha colpiti han perso. Mio padre e mia madre hanno fatto e una vita straordinaria”.

Anche lo scrittore Roberto Saviano, intervistato a margine della cerimonia, ha ricordato Dario Fo. “La sua arte immensa è stata quella di non rinunciare mai a parlare davvero al pubblico. Non si è mai reso banale, semplice, e allo stesso accademico e trombone. Ha detto tutto quello che si doveva dire senza banalizzare le parole”.

Hanno reso omaggio al premio Nobel, tra gli altri, Carla Fracci, Stefano Benni, Paolo Rossi, Paola Cortellesi, Gad Lerner. Tra i politici, davanti al Duomo, Beppe Grillo, il ministro Maurizio Martina, Chiara Appendino, Luigi Di Maio.

Mda Fco