Scuola, al via autunno caldo: manifestazioni in 50 città

Studenti in piazza a Roma, Milano e Napoli e in tutta Italia

OTT 7, 2016 -

Roma, 7 ott. (askanews) – Parte oggi l’autunno caldo della scuola italiana, con diverse manifestazioni studentesche in circa 50 città italiane: a Roma un corteo da Piazzale Ostiense, a Milano da Largo Cairoli, a Napoli da Piazza Garibaldi, a Torino da Piazza Arbarello, a Bari concentramento in Piazza Umberto. Sarà la prima mobilitazione nazionale degli studenti nel nuovo anno scolastico, in attesa del primo sciopero generale di docenti e personale Ata già fissato per il 21 ottobre dai sindacati Usb, Unicobas, Usi “per la difesa dei diritti del lavoro e dello stato sociale”.

La protesta di questa mattina, organizzata da Rete degli studenti medi, Unione degli Studenti e Unione degli Universitari, “inonderà le piazze di tutta Italia per dire no alle disuguaglianze: vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio perchè migliaia di studentesse e studenti, da Nord a Sud, sono esclusi dall’accesso ad un’istruzione gratuita e di qualità; no alla scuola-azienda: vogliamo contrastare un modello di impresa basato sulla competizione e la valutazione punitiva, perchè esigiamo una scuola democratica e inclusiva; no ad un’alternanza scuola-lavoro come sfruttamento: vogliamo imparare a saper fare in percorsi che siano realmente formativi, al di fuori da ogni logica di sfruttamento e in aziende altamente qualificate; no al preside manager: vogliamo decidere insieme in assemblee partecipate da tutti coloro che vivono la scuola ogni giorno. Nessuno deve più subire le decisioni autoritarie, ma contribuire a realizzare l’altra scuola possibile; no alla privatizzazione dei luoghi del sapere, che non permette di valorizzare la conoscenza come strumento contro malessere sociale e negazione dei diritti; no alla riduzione degli spazi di decisione di giovani e studenti, per rivendicare un posto fondamentale nella determinazione delle nostre vite in modo consapevole, critico e partecipato; no ad un futuro precario e all’imposizione di logiche di mercato nei luoghi della formazione, perchè ostacolano la libera scelta dei percorsi di studi”.

“Non ci lasceremo ingannare dall’ormai radicata retorica renziana dell’innovazione a tutti i costi – dicono gli organizzatori – che scoraggia il pensiero e l’azione dei tanti giungendo a sottovalutare, o a ignorare, i reali problemi che necessitano di risposte concrete ed immediate; non ci lasceremo ingannare dalla frenesia dell’accelerazione dei processi direttamente proporzionale al superamento della discussione democraticamente partecipata; non ci lasceremo ingannare dalle manovre in materia d’istruzione, palesemente insufficienti ed espressione di come ci si stia avviando alla privatizzazione dei saperi per innescare un processo di esclusione dei molti operato dai pochi. Saremo resistenti lasciando le armi di difesa e imbracciando gli strumenti dell’attacco”.

“Non basta più solo contrastare le manovre politiche: è necessario cogliere la connessione che lega ogni progetto imposto dal Governo e capire quanto si stia tentando di riproporre una concezione diffusa e passivamente condivisa del neoliberalismo.

Dobbiamo riconoscere che la Buona Scuola si lega al Jobs Act per connettere formazione privatizzata e lavoro precario, concretizzando politiche d’austerità nel Paese; in ultimo luogo bisogna intercettare nella riforma della Costituzione la ‘ciliegina sulla torta’ che funge da irremovibile sigillo con cui si chiude l’era della possibilità di decidere. L’autunno 2016 deve rappresentare un processo tramite il quale ci si attiva, cogliendo l’occasione per aprire il dibattito su una linea trasversale e più ampia che rechi con sé l’unione indissolubile tra istruzione, democrazia e costituzione”, concludono.

Cam