Appalti rifiuti, sequestrati beni per oltre un 1,5 mln

I pm: "mercimonio di commesse pubbliche"

SET 13, 2016 -

Napoli, 13 set. (askanews) – Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere è stato disposto, oltre al provvedimento cautelare per venti indagati, anche il sequestro di beni per oltre un milione e mezzo di euro. I pubblici ministeri titolari del fascicolo hanno ricostruito i dettagli di quello che è stato definito “un vero e proprio mercimonio di commesse pubbliche”, gare d’appalto truccate in cambio di soldi e utilità varie (soprattutto assunzioni in ditte amiche, buoni benzina ecc). Gli imprenditori si aggiudicavano gli appalti nel delicato e redditizio settore della raccolta, conferimento, trattamento e smaltimento dei rifiuti e gli amministratori e funzionari pubblici indagati li avrebbero agevolati in cambio di denaro, favori o regalie. Sotto i riflettori, in particolare, le gare aggiudicate dalla Termotetti sas tra il 2013 e il 2015 nei comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove e quelle del Consorzio stabile Sannio appalti per i lavori al lotto Presenzano. Amara la considerazione degli inquirenti: “Sebbene l’attività investigativa abbia avuto ad oggetto le commesse pubbliche affidate alle società del gruppo Termotetti, in realtà è l’intero sistema di aggiudicazione degli appalti relativi alla gestione del cosiddetto ciclo integrato dei rifiuti che, nella provincia di Caserta, è caratterizzato da dinamiche profondamente illecite e penalmente rilevanti”. Le indagini svolte da carabinieri e guardia di finanza si sono avvalse di intercettazioni e delle dichiarazioni di numerosi imprenditori del settore che hanno descritto tutte le molteplici modalità di contaminazione delle procedure a evidenza pubblica e degli affidamenti diretti, e le clausole contrattuali in grado di offrire all’imprenditore designato per l’aggiudicazione i più ampi margini di redditività dell’appalto e soprattutto tutte le molteplici utilità oggetto di tangenti a vantaggio di amministratori e funzionari pubblici accusati di essersi lasciati corrompere.