Venti misure cautelari contro No Tav per scontri a Chiomonte

Episodio dell'anno scorso. Appendino: mancano risposte politiche

GIU 21, 2016 -

Torino, 21 giu. (askanews) – Venti misure cautelari tra cui una decina di arresti. Sono stati eseguiti dalla polizia nei confronti di altrettanti esponenti No Tav accusati di aver attaccato il cantiere Tav di Chiomente presidiato dalle forze dell’ordine il 28 giugno 2015.

In particolare, è stata emessa la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 9 persone (di cui due residenti nella provincia di Modena) ritenuti responsabili delle condotte più gravi, e l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria nei confronti di altri 9 attivisti (di cui uno residente nella provincia di Modena, uno in quella di Reggio Emilia e un altro a Roma). Altri i due attivisti del movimento antagonista (di cui uno residente a Modena e l’altro a Torino), sono stati fermati dopo l’acquisizione di ulteriori elementi di prova emersi nel corso di perquisizioni domiciliari e personali eseguite dalla Digos nei giorni scorsi, che hanno aggravato la responsabilità dei due indagati. In occasione del decennale degli scontri di Venaus del 2005 era stata promossa una manifestazione a Chiomonte pronmossa dai comitati No Tav a cui avevano partecipato circa 1500 persone. Durante la manifestazione un centinaio di no Tav si era staccato dal corteo tentando un blitz contro il cantiere che provocò il ferimento di alcuni agenti. Tra i destinatari dei provvedimenti cautelari ci sarebbero anche due figure storiche del movimento no Tav Nicoletta Dosio, e Marisa Meyer. “Che sia chiaro, io non accetterò di andare tutti i giorni a chiedere scusa ai carabinieri – ha replicato la Dosio sul sito NoTav info che riferisce invece di 23 misure cautelari complessive di cui tre in carcere – non accetterò che la mia casa diventi la mia prigione”.

“Non è compito di un sindaco commentare l’operato della magistratura, che, com’è noto, è un organo indipendente” ha dichiarato la sindaca di Torino, Chiara Appendino, in riferimento agli arresti. “C’è un clima evidente di tensione – ha detto ancora il neosindaco – dovuto alla mancanza di risposte politiche che noi speriamo di potere colmare, riportando al centro del dibattito le legittime ragioni del no all’opera”.