Mediatrade: Confalonieri e P.S. Berlusconi condannati in appello

A entrambi 1 anno e 2 mesi. Ribaltato verdetto di primo grado

MAR 17, 2016 -

Milano, 17 mar. (askanews) – Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e il suo vice, Pier Silvio Berlusconi, sono stati condannati in appello a 1 anno e 2 mesi per il caso Mediatrade. I giudici della Seconda Corte d’Appello di Milano hanno ribaltato l’esito del procedimento di primo grado che si era concluso nel luglio 2014 con l’assoluziione di tutti gli 8 imputati, accusati a vario titolo di frode fiscale e riciclaggio.

Nello specifico, Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri sono stati condannati per il reato di frode fiscale relativo esclusivamente all’anno 2007. Nei loro confronti i giudici hanno disposto la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna nel casellario giudiziario. Assolti, invece, tutti gli altri 6 imputati, tra cui il produttore cinematografico Frank Agrama e gli ex manager Mediaset Daniele Lorenzano, Giovanni Stabilini e Gabriella Ballabio. Accolte solo in parte le richieste del pm Fabio De Paquale di condannare tutti gli 8 imputati a pene comprese tra un massimo di 4 anni e un minimo di 3 anni e 2 mesi.

Al centro della vicenda, le presunte irregolarità compiute da Mediaset nell’acquisto dei diritti televisivi e cinematografici alle majors statunitensi. Compravendita che, per l’accusa, sarebbe avvenuta tramite l’intermediazione di una serie di società schermo, tutte in realtà riconducibili allo stesso gruppo di Cologno Monzese. Un “meccanismo di frode”, lo aveva definito il pm De Pasquale durante la sua requisitoria in aula, creato ad hoc per “gonfiare” il prezzo finale dei diritti tv, creare fondi neri all’estero e frodare così il fisco italiano per una cifra quantificata dal rappresentante della pubblica accusa in 8