Vittime dei preti pedofili ad askanews: in Italia 200 casi dal 2006

"Obbligare i vescovi a denunciare per evitare insabbiamenti"

MAR 2, 2016 -

Genova, 2 mar. (askanews) – “Anche in Italia sono tanti i casidi preti pedofili che sono stati insabbiati. Noi abbiamorealizzato una mappa con i casi di abusi sessuali su minori oadolescenti da parte del clero registrati negli ultimi 10 anni esono quasi 200, di cui circa 120 con condanne ormai definitive”.Lo ha denunciato ad askanews Francesco Zanardi, fondatore eportavoce della rete “L’Abuso”, l’associazione italiana dellevittime dei preti pedofili, commentando la vittoria agli Oscar2016 come miglior film della pellicola “Il caso Spotlight”, cheracconta l’indagine che nel 2001 il Boston Globe fecesull’insabbiamento sistematico delle accuse ai preti pedofilinella diocesi statunitense allora guidata dal cardinale BernardLaw.“Che questo film abbia vinto l’Oscar – ha sottolineato Zanardi -indubbiamente ci ha fatto piacere e ci ha anche un po’ riscattatiperché in alcuni passaggi della pellicola si parla di ‘Snap’,un’associazione statunitense analoga alla nostra che veniva unpo’ additata come associazione anticlericale ed è la stessa cosache succede qui in Italia”.“Si parla tanto della ‘grande rivoluzione’ di Papa Francesco masu questo tema in realtà – ha affermato il portavoce della rete’L’Abuso’- stiamo parlando di presupposti per il futuro perché lanostra associazione riunisce quasi 500 vittime e tutte silamentano di non essere state contattate o aiutate dalla Chiesa.Per il momento a neanche una di queste vittime la Chiesa haprestato aiuto”.Per evitare insabbiamenti, secondo l’associazione italiana cheriunisce la vittime dei preti pedofili, i vescovi dovrebberoessere costretti a denunciare alla giustizia ordinaria i casi diabusi sessuali da parte di religiosi. “La nostra associazione ele altre associazioni simili – ha spiegato Zanardi – sonocontrarie alle varie commissioni d’inchiesta istituite daBergoglio. Noi pensiamo che davanti a questo problema ci sia solouna soluzione: obbligare i vescovi a denunciare i casi dipedofilia presso l’autorità giudiziaria dello Stato in cui sonostati commessi questi reati”.“Malgrado le linee guida di PapaFrancesco – ha denunciato il portavoce della rete ‘L’Abuso’-purtroppo questi casi continuano ad essere sommersi. Inoltremolti sacerdoti condannati dai tribunali ecclesiastici sono statipoi reintegrati e tante volte sono stati reintegrati anche quellicondannati dai tribunali civili”. Come esempio Zanardi ha citatoun prete condannato a 4 anni per abusi su minore: “La condanna -ha ricordato – è scaduta nel settembre del 2015 ed è stato subitoreintegrato a Civitavecchia”.“Quello che manca e non rende credibili le dichiarazioni delVaticano – ha sottolineato il fondatore dell’associazioneitaliana delle vittime dei preti pedofili – è che il Vaticano stafacendo dichiarazioni per il futuro senza però assumersi leresponsabilità di quello che la Chiesa ha seminato fino ad oggi,cioè soccorrere le altre vittime. Questo – ha concluso – sarebbeun gesto concreto che potrebbe dargli più credibilità”.Della rete “L’Abuso”, che da anni si batte per difendere idiritti delle vittime, fa parte anche Mirko Gabossi, che haraccontato la sua storia ad Askanews. “Sono venuto in contattocon il prete che ha abusato di me – ha spiegato Gabossi – più omeno all’età di 12 anni, partecipando alle attività che sifacevano in parrocchia con i ragazzi. Rispetto ad altri però ioho avuto la sfortuna di entrarci in contatto di più”.“Da quando è avvenuto l’abuso – haricordato – per oltre 10 anni non ho più pensato a quello che eraaccaduto. Poi quando ho scoperto che Francesco aveva messo inpiedi l’associazione ‘L’Abuso’ questo ricordo è venuto a galla eho deciso di entrare a far parte anch’io dell’associazione. Orainsieme a lui – ha affermato Gabossi – sto contribuendo a fare inmodo che le vittime escano allo scoperto con le lorotestimonianze”.“Stiamo cercando di trovare giustizia per queste vittime – hasottolineato – attraverso assistenza legale e di fornire lorol’aiuto necessario. Stiamo inoltre muovendo una battaglia neiconfronti della struttura che copre questi abusi che ormaiavvengono da moltissimi anni”.“Nel mio caso come in quello di Francesco e di altri – haprecisato Gabossi – sono tutti reati andati in prescrizione manon per questo sono meno importanti o meno validi di altri. Ivescovi -ha concluso- dovrebbero occuparsi di quello che accadenelle strutture di cui sono messi a capo e quindi salta subitoagli occhi il fatto che non sia né etico né naturale coprire unabuso sessuale da parte di un loro sottoposto”.Intanto, nella terza audizione davanti alla Royal Commission into Institutional Responses to Child Sexual Abuse (“Commissione reale sulle Risposte istituzionali agli Abusi sessuali sui Minori”), la scorsa notte, in video-collegamento da Roma con l’Australia, il cardinale George Pell ha definito la diocesi di Melbourne – dove è stato vescovo ausiliare (1987-1996) prima di diventare l’arcivescovo – un “mondo di crimini e insabbiamento”, suggerendo in particolare che il suo predecessore, mons. Frank Little, sia stato sollecitato alle dimissioni, nel 1996, per inadempienza verso le accuse emerse contro i preti pedofili della diocesi.L’attuale prefetto per la Segreteria dell’Economia, ha espresso il suo “rammarico” per non aver fatto di più nel caso di un prete pedofilo in un’altra diocesi, Ballarat. Il porporato, che si è detto disponibile a incontrare le vittime di preti abusatori giunti a Roma per assistere alle sue audizioni, verrà ascoltato ancora questa sera, per la quarta e ultima testimonianza. Le vittime, intanto, chiedono di incontrare Papa Francesco. Questa sera quarta e ultima testimonianza.Fos/Int9