Truffa da 30mln con trust beneficienza, in manette un monsignore

Ricercato un suo collaboratore, 300 le persone vittime truffa

FEB 10, 2016 -

Roma, 10 feb. (askanews) – Un alto prelato di origini argentine e residente alle Isole Canarie, monsignor Patrizio Benvenuti, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Bolzano ed altre 9 persone sono indagate per una truffa di oltre 30 milioni di euro, riciclaggio e evasione fiscale. Sequestrati beni per oltre 10 milioni. I fondi erano raccolti anche per fini di beneficienza.Trecento i truffati.La vicenda innescata dalla denuncia alle Fiamme Gialle di una ex collaboratrice del prelato che, in buona fede, era stata nominata responsabile di un “Trust” e riceveva inconsapevolmente posta commerciale e documenti. Benvenuti, 64 anni, residente alle Isole Canarie, ha operato a vari livelli nel Tribunale Ecclesiastico della Santa Sede in Vaticano e ha ricopreto anche l’incarico di secondo Cappellano Militare presso la Scuola di Telecomunicazioni delle Forze Armate gestita dalla Marina Militare a Chiavari (Genova). Nell’indagine è ricercata anche all’estero un altra persona che opera nel campo immobiliare e finanziario di origini francesi, Christian Ventisette, 54 anni, stretto collaboratore del monsignore, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e mandato di cattura internazionale in quanto irreperibile.I finanzieri hanno effettuato sequestri di svariati immobili, documentazione e conti correnti bancari nonché effettuate perquisizioni in varie località in Italia e rogatorie internazionali in numerosi Paesi Europei. Le indagini dell’operazione chiamata “Opus”, condotte dalle Fiamme Gialle altoatesine su direzione della Procura di Bolzano, hanno fatto constatare come il monsignore e l’affarista fossero stati promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere, attiva sul territorio nazionale ed estero, finalizzata alla commissione di svariati e ripetuti reati di truffa, riciclaggio e tributari, coinvolgendo persone e società collocate in Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Stati Uniti e Italia.Oltre ai due dell’associazione facevano parte altre nove persone che a vario titolo collaboravano all’attività illecita, segnalate all’autorità giudiziaria, mentre i “truffati” sono quasi trecento, prevalentemente residenti all’estero, per lo più in età avanzata, i quali, con la speranza di affidare i propri risparmi a persone esperte nei settori immobiliare e finanziario nonché animati dalla volontà di contribuire e aiutare la Fondazione umanitaria “Kepha”, guidata dal prelato, versavano i propri soldi al sacerdote, che millantando inesistenti accreditamenti e collegamenti in Vaticano, ne carpiva la buona fede raccogliendo e facendo poi svanire complessivamente circa 30 milioni di euro, attraverso un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, società estere e italiane.NesMAZ