Chiude stagione venatoria. Wwf: più bracconaggio e crisi controlli

"Dalle Regioni un segnale pessimo"

GEN 30, 2016 -

Roma, 30 gen. (askanews) – Domani, domenica 31 gennaio, sarà l’ultimo giorno della stagione venatoria 2015 -2016 e, scrive il Wwf in una nota, “finalmente, sarà pace per i milioni di animali selvatici che ogni anno attraversano la Penisola per riprodursi e svernare e per quelli che hanno la loro ‘casa’ in Italia”.

“Sul profilo ‘culturale’ – prosegue il Wwf – bisogna registrare che la caccia è un’attività sempre poco gradita dagli italiani, stando all’ultima indagine Eurispes secondo la quale il 68% degli intervistati sono schierati contro l’attività venatoria. Sul profilo legislativo invece la novità di quest’anno è stata per tre specie migratrici (tordo bottaccio, cesena e beccaccia), per le quali la caccia si è chiusa in alcune regioni il 20 gennaio, grazie ad un provvedimento emanato il 15 gennaio dal Consiglio dei Ministri. Il Consiglio è però dovuto intervenire nuovamente (come accaduto nella stagione 2014/15) nei confronti di ben 7 regioni che avevano stabilito nei propri calendari venatori la chiusura al 31 gennaio per le tre specie, contrariamente a quanto previsto dalle regole europee a tutela della fauna selvatica e della biodiversità. Queste specie si trovano ora già nella fase prenuziale o di riproduzione, periodi in cui non è consentita alcuna forma di caccia, secondo le norme europee”.

L’iniziativa del Consiglio per il WWF è stata un piccolo passo verso il rispetto delle regole europee, ma “il segnale dato dalle regioni è stato pessimo”.”Bene ha fatto il Governo ad esercitare i poteri sostitutivi nei confronti delle regioni Toscana, Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Lombardia e Umbria, imponendo lo stop alle doppiette per le tre specie al 20 gennaio” ha commentato Patrizia Fantilli, responsabile Ufficio Legale-legislativo del WWF Italia -. Un atto che ha evitato di aggravare la già pesante procedura di infrazione avviata nei confronti dell’Italia dalla Commissione europea (Eu-Pilot 6955/2014) due anni fa per il mancato rispetto della Direttiva (2009/147/CE) sulla conservazione degli uccelli selvatici che vieta la caccia durante i periodi della migrazione prenuziale, della nidificazione, della riproduzione e della dipendenza dei piccoli dai genitori”.

L’eccessivo prelievo venatorio sottopone la fauna selvatica, in particolare quella considerata dall’Europa in “cattivo stato di conservazione”, ad una pericolosa diminuzione e l’Italia alle sempre più pesanti procedure di infrazione e condanne, anche pecuniarie, da parte dell’Europa. “In questo senso – prosegue il Wwf – il record negativo va assegnato alla regione Liguria che, non soddisfatta di essere una delle cause maggiori di contenzioso con l’Unione europea, ha addirittura impugnato il provvedimento del Governo dinanzi al giudice amministrativo”.

Il WWF Italia, insieme alle altre associazioni ambientaliste e animaliste, oltre a segnalare ripetutamente “la grave situazione di illegalità alla Commissione Europea”, ha scritto più volte alle regioni già due anni fa, ricordando loro gli obblighi di tutela della fauna selvatica “che ricordiamo essere patrimonio europeo e internazionale, e non ‘selvaggina’ di proprietà dei governi locali né tantomeno dei cacciatori”.

Anche quest’anno il WWF registra l’esistenza di un confine sempre più spesso labile tra attività venatoria e bracconaggio: le oltre 350 Guardie volontarie del WWF Italia, sempre in allerta ed in attività per vigilare e far rispettare regole e divieti, segnalano in continuazione episodi di uccisioni illegali di animali, anche appartenenti a specie protette e rare come lupi, orsi, aquile, persino cicogne.

E il lupo è decisamente la specie ‘simbolo’ della caccia ‘illegale’ sulla quale i bracconieri si sono particolarmente accaniti in questi ultimi 3 anni anche con esposizioni ‘macabre’ degli animali uccisi: trappole, lacci (anche destinati a catturare ungulati), bocconi avvelenati e impatti mortali con le auto sono stati letali per il 20% della popolazione italiana di lupo (pari a diverse decine) e di questi almeno 11 solo nella provincia di Grosseto.

Il bracconaggio contro i piccoli uccelli migratori – spiega ancora il comunicato del “Wwf – è svelato dalle trappole e richiami acustici sequestrati un po’ ovunque, specie nelle piccole isole e in particolare Ischia, costa di Napoli e Salerno. Le piccole isole italiane rappresentano importantissime aree di sosta per milioni di uccelli. Centinaia le denunce in tutta Italia per abbattimenti di fauna protetta, o caccia con mezzi vietati (come archetti, trappole o reti), o in periodi e luoghi chiusi alla caccia, persino nei parchi.”In questo contesto – continua la nota sulla chiusura della stagione venatoria – certamente non ideale, si innesca anche la situazione del complessivo indebolimento dei controlli venatori sul territorio. A parte l’indefessa attività della vigilanza ambientale da parte delle associazioni ambientaliste e animaliste, la cancellazione delle Polizie provinciali specificatamente preposte ai controlli venatori crea inevitabilmente un varco in cui tutti i reati connessi al bracconaggio si innesteranno più facilmente”.

Inoltre “il momento particolarmente delicato e complesso che il Corpo Forestale dello Stato sta attraversando non consente di supplire al vuoto lasciato dalle polizie provinciali che il Governo non ha voluto assorbire in un ruolo organico connesso al CFS stesso”.