Celiachia, pazienti a Report: Veronesi buona legge. Va difesa

Buoni per alimenti sono terapia salvavita non privilegio

OTT 19, 2015 -

Roma, 19 ott. (askanews) – “L’accesso ai prodotti senza glutine sostitutivi di pane, pasta e dolci tramite i buoni del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), entro il tetto massimo di spesa previsto dalla legge di 99 euro mensili per le donne e 140 per gli uomini, è un diritto essenziale dei pazienti perché li protegge dal rischio di mancata aderenza alla dieta senza glutine, che deve essere seguita per tutta la vita per evitare complicanze anche gravi e le spese per il loro trattamento”. Lo dichiara Giuseppe Di Fabio, presidente dell’Aic-associazione italiana celiaci, rispondendo alla trasmissine Report andata in onda ieri sera. “Banalizzare la terapia è pericoloso perché per la celiachia non esistono farmaci e solo il cibo può essere la cura – sottolinea con preoccupazione Di Fabio – .La dieta se non seguita con rigore, secondo gli esperti, comporta rischi per la salute dei pazienti e il celiaco che non la fa bene costa al SSN molto più che curarlo”.

“La celiachia è’ una malattia seria e complessa che causa un’infiammazione cronica dell’intestino” – spiega Gino Roberto Corazza, Ordinario di Medicina Interna all’Università di Pavia e fra i massimi esperti al mondo di celiachia – “Un celiaco non è in grado di assorbire determinate sostanze e quindi rischia malnutrizione, anemie, osteoporosi, aborti ricorrenti, fino a tumori intestinali. Pertanto chi soffre di celiachia è costretto a escludere dalla dieta una varietà vastissima di alimenti come pane, pasta, biscotti. Sottovalutare la malattia e la necessità della dieta può esporre il paziente a complicanze anche irreversibili. Bisogna dunque creare tutte le condizioni perché il paziente possa aderire alla terapia simulando una dieta “normale”, conferma Corazza.(Segue)