Sul web e in Gdo molto olio italiano, ma ancora poco conosciuto

Luci e ombre sull'oro verde secondo una ndagine Ismea e Aicig

OTT 8, 2015 -

Roma, 8 ott. (askanews) – Sul web si parla molto spesso di olio italiano ma troppo poco di Dop e Igp, marchi che ne denotano la qualità e ne garantiscono un’origine certificata. Segno di un’alta reputazione del prodotto, di una conoscenza ancora scarsa del valore delle denominazioni d’origine ma anche della necessità di lavorare sulla comunicazione con una strategia di marketing. E’ quanto emerso dalla ricerca “L’oro verde italiano. Indagine online e offline sull’olio extravergine DOP/IGP italiano” condotta da Ismea ed Aicig con la collaborazione di Zowart Creative Agency, presentata ieri nella sede Aicig di Roma.

Mauro Rosati, direttore generale Fondazione Qualivita, ha parlato di una percezione del mondo dell’olio “come di un mondo dei vinti, forse perché in Europa interessa solo a Italia e Spagna, e non ai paesi forti come la Germania e la Francia”, ma ha anche ribadito l’esigenza e la necessità, proprio per un paese come l’Italia, di “rilanciare il comparto, anche facendo un ragionamento generale sulle indicazioni geografiche”, visto che sulle 43 indicazioni geogradiche sull’olio presenti in Italia 5 costituiscono l’80% del fatturato complessivo del settore. Da ricordare che in italia ci sono 4.700 frantoi e che il 90% delle produzione di olio di oliva si concentra nel Sud Italia.

Tre gli obiettivi dell’analisi: analizzare la presenza di olio extravergine di oliva DOP/IGP italiano presso un numero selezionato di punti vendita in USA e in Europa, studiare la percezione del prodotto nei social media e blogger italiani e stranieri e analizzare il livello di comunicazione in rete offerto dai Consorzi di oli associati ad Aicig.

L’analisi si è concentrata su come e quanto il concetto di olio extravergine d’oliva in generale – e italiano a denominazione in particolare – venga percepito dal consumatore finale, nel tentativo di individuare quei gap informativi che possono incidere negativamente sulle scelte al momento dell’acquisto.

Tra i risultati principali, la rivelazione che la tipologia extravergine, di varia origine, marca nettamente la sua presenza tra gli oli d’oliva in generale negli scaffali della GDO (con un’incidenza costantemente al di sopra del 60%) e nelle discussioni animate sui blog e su altri canali on-line considerati tra i più influenti del web. In particolare, l’olio extravergine italianoprevale rispetto a prodotti comparabili di altra provenienza geografica, in termini di presidio dei mercati al consumo (con picchi stimati in taluni casi anche oltre il 60%) e di conversazioni analizzate sulla Rete.

Un dato su tutti: l’extravergine d’oliva italiano è l’argomento più discusso nella blogosfera statunitense (42,7% è la stima del peso delle discussioni riguardanti il prodotto nazionale in rapporto a quelle dedicate all’extravergine in generale). I concetti più richiamati nelle discussioni richiamano legame con il territorio e sistema di controllo? un segnale importante per le produzioni Dop e Igp.