Caritas, con crisi raddoppiata povertà. Inefficaci misure Governo

Poveri passati da 3,1% del 2007 al 6,8% della popolazione italiana

SET 15, 2015 -

Roma, 15 set. (askanews) – In circa sette anni, cioè dall’inizio della crisi che ha investito anche il nostro paese la povertà assoluta è raddoppiata nel Belpaese. Coloro i quali, infatti, possono essere considerati in una situazione di povertà sono balzati al considerevole numero di 4,1 milioni, dall’1,8 milioni del 2007. Questa tragica fotografia è stata scattata dalla Caritas italiana che oggi ha presentato a Roma il Rapporto “Dopo la crisi, costruire il welfare”, redatto in collaborazione con l’Università Cattolica.

Di fatto, la soglia di povertà è stata oltrepassata nel 2014 dal 6,8% della popolazione rispetto al 3,1% del 2007.Una povertà ormai non più circoscrivibile solo al Mezzogiorno o agli anziani e ai pensionati mentre le famiglie in difficoltà sono anche quelle con due soli figli o con un solo componente che lavora.

La Caritas italiana è tornata, quindi, a chiedere nuovamente l’introduzione del Reddito di inclusione sociale (Reis) proposto da un cartello di realtà della società civile.Ad essere rimandate anche le politiche messe in atto dai diversi esecutivi per il contrasto alle povertà, comprese quelle del Governo del Premier Renzi. Ad essere considerate sostanzialmente poco efficaci sono misure quali il bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti, il bonus bebè per famiglie o l’assegno di disoccupazione. Misure che, per la Caritas, si sono dimostrate in realtà quasi inefficaci per più poveri visto che, si constata, solo il 22% dei nuclei in povertà riesce a far ricorso ad almeno una delle misure e solo il 5,5% esce dalla povertà assoluta per effetto delle stesse. Anche misure, annunciate di recente, quali l’abolizione della Tasi avrà sui più poveri un effetto “estremamente contenuto” così come la riduzione dell’Irpef non sarà di beneficio a quanti non possono disporre di un reddito.