Evasione da 300mln, nei guai colosso del poker on line Pokerstars

Srl italiana dirottava ricavi in paesi a fiscalità privilegiata

MAR 11, 2015 -

Roma, 11 mar. (askanews) – Con l’operazione “All-In” la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma ha scoperto una maxi evasione fiscale che ha permesso di riportare in Italia il reale valore di mercato delle transazioni avvenute tra le società di un gruppo internazionale, recuperando il maggiore reddito non dichiarato al fisco italiano. Al centro delle indagini è finito il gruppo “colosso” del poker on-line PokerStars che, attraverso due società nazionali, gestisce di fatto il gioco del poker on line in Italia.

Grazie all’esame della documentazione contabile, all’analisi dei flussi telematici ed ai controlli effettuati presso i fornitori di servizi del gruppo, i militari del I Gruppo Roma hanno ricostruito in capo alla società italiana del gruppo, la Halfords Media Italy srl, ricavi non dichiarati per oltre 300 milioni di euro. A carico della Halfords – formalmente costituita per fornire servizi ausiliari allo svolgimento del gioco virtuale in Italia – sono, infatti, emersi numerosi elementi probatori che hanno, invece, dimostrato come il ruolo effettivo fosse quello di svolgere, per conto del gruppo Pokerstars – in maniera continuativa e in tutta Italia – attività indispensabili e funzionali al “core business” del gruppo.

L’indagine tributaria – incentrata sull’analisi dei rapporti infragruppo realizzati, tra il 2009 ed il 2014 dalla multinazionale dell’Isola di Man con la controllata italiana – ha evidenziato che la Halfords ha dolosamente eroso la propria base imponibile, decrementando il valore delle prestazioni rese nei confronti del gruppo Pokerstars, in maniera tale da spostare la tassazione del reddito prodotto in Italia verso Malta e l’Isola di Man che, al settore del gioco virtuale, riservano un trattamento fiscale particolarmente agevolato. La tecnica adottata è quella dei “prezzi di trasferimento”, volta a minimizzare il carico fiscale globale spostando i ricavi dove la tassazione è più conveniente ed i costi dove, invece, le aliquote d’imposta sono più alte.

L’attuazione dell’evasione fiscale è stata possibile grazie alla posizione verticistica assunta in tutte le società controllate dall’amministratore unico del gruppo – ora denunciato per frode fiscale – funzionale a poterne determinare ed influenzare l’autonomia gestionale in vista del proprio esclusivo vantaggio personale.