Roma, 9 feb. (askanews) – Truffa ai danni dello Stato. E’ questo uno dei reati, a seconda delle singole posizioni, per cui sono stati iscritti sul registro degli indagati della Procura di Roma i 36 piloti d’aereo denunciati dalla Guardia di Finanza perché avrebbero percepito l’indennità prevista dalla cassa integrazione benché lavorassero regolarmente all’estero per altre compagnie, con uno stipendio oscillante tra i 13 e i 15 mila euro.
Al vaglio degli inquirenti la documentazione acquisita dal gruppo di Fiumicino delle Fiamme gialle e riguardante, complessivamente un migliaio di posizioni. Il fascicolo processuale, aperto a Civitavecchia, è stato poi trasferito nella Capitale per competenza territoriale. Secondo quanto si è appreso a piazzale Clodio esistono almeno altri due procedimenti riguardanti fatti analoghi.
Per continuare a fruire degli ammortizzatori sociali – è l’accusa formulata dalla finanza – i 36 piloti finiti sotto inchiesta, fin dal 2009 avrebbero “dimenticato” di comunicare il nuovo lavoro all’Inps o presentato false dichiarazioni in cui sostenevano di non avere altri rapporti di lavoro.