Per Vanessa e Greta 5 mesi “difficili” ma nessuna violenza

"Mai minacciate di morte, non sappiamo di riscatto e Dall'Oglio"

GEN 16, 2015 -

Roma, 16 gen. (askanews) – Sono stati cinque mesi “difficili”, ma non c’è stata alcuna violenza od abuso. Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie italiane di 20 e 21 anni sequestrate nel nord della Siria alla fine di luglio e tornate ieri in Italia, hanno spiegato così agli inquirenti gli ultimi mesi vissuti da prigioniere. Le due ragazze, ascoltate in contemporanea a Roma per oltre 5 ore dai magistrati e dagli investigatori dei carabinieri, hanno riferito di aver avuto paura e di essere ancora provate. I pubblici ministeri hanno preferito sentire entrambe le giovani insieme proprio per dare coraggio. “Abbiamo sofferto, ma non ci hanno fatto del male. Bastava la situazione”, hanno detto.

Ai magistrati della Procura di Roma e agli investigatori del Ros e della Digos hanno spiegato di essere state tenute prigioniere da “persone che avevano sempre il volto coperto”. Le due volontarie si sono dette certe di aver cambiato più luoghi di detenzione: “In ogni caso sempre a nord della Siria, in zone poche distanti l’una dall’altra”. Agli inquirenti hanno anche raccontato di non essersi sentite “minacciate di morte in modo diretto”. I carcerieri, che parlavano arabo, le hanno trattate con durezza e dandole poco da mangiare, ma è stata la privazione della libertà e la lontananza da casa e dagli affetti ad aver pesato di più.

Le due volontarie hanno detto di non sapere nulla se per la loro libertà sia stato pagato o meno un riscatto e hanno chiarito di non avere elementi nemmeno sulla sorte di padre Dall’Oglio, il religioso sequestrato anche lui in Siria e di cui non si hanno notizie da tempo.

I verbali dell’audizione avvenuta nella caserma del Ros sono stati secretati.