##Papa contro fondamentalismo: non cadere in mistificazione fede

Discorso a ambasciatori presso Santa Sede dopo attentati Parigi

GEN 12, 2015 -

Città del Vaticano, 12 gen. (askanews) – La tradizionale udienza di inizio anno agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede si è trasformata, per Papa Francesco, nell’occasione per parlare del complesso rapporto tra fede e terrorismo, a metà tra l’attualità degli attentati dei giorni scorsi a Parigi e la riflessione teologica fondamentale, e denunciare tanto la “mistificazione” della religione per scopi violenti quanto quella “cultura dello scarto” che può spingere alcuni a cadere nelle “forme fuorviate di religione”.

Proprio questa sera, con una tempistica inusuale per il Vaticano, Jorge Mario Bergoglio parte, peraltro, per Sri Lanka e Filippine (12-19 gennaio), settimo viaggio internazionale di un pontefice argentino che si è imposto, nel corso del suo pontificato, come un leader dello scnario geopolitica internazionale.

Il Vaticano è stato da subito investito della crisi degli attentati avvenuti a Parigi nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo e in un supermercato di cibo ebraico (kasher). Non solo perché il cosiddetto Califfato islamico ha indicato da tempo lo Stato pontificio come possibile bersaglio (“Non è vero che la Santa Sede abbia ricevuto segnalazioni di rischi specifici da servizi di sicurezza di altri Paesi”, ha peraltro precisato oggi il portavoce, padre Federico Lombardi, in merito a notizie di stampa circa allarmi relativi allo Stato pontificio da parte dei servizi di intelligence di Stati Uniti e Israele). Non solo perché la mattina dell’attentato un gruppo di imam francesi si trovava, per uno scherzo del calendario, all’udienza del Papa in piazza San Pietro. E non solo perché lo stesso Jorge Mario Bergoglio è tempestivamente intervenuto a commentare la vicenda, sia con una nota diffusa il giorno stesso della strage di Charlie Hebdo sia, la mattina dopo, con la decisione di dedicare alle vittime la messa mattutina a casa Santa Marta (“L’attentato di ieri a Parigi – ha detto in quell’occasione – ci fa pensare a tanta crudeltà, crudeltà umana; a tanto terrorismo, sia al terrorismo isolato, sia al terrorismo di Stato. Ma la crudeltà della quale è capace l’uomo! Preghiamo, in questa Messa, per le vittime di questa crudeltà. Tante! E chiediamo anche per i crudeli, perché il Signore cambi il loro cuore”). Quanto perché, fin dall’inizio, le vicende di Parigi hanno intrecciato il rapporto tra fede (islamica, ebraica) e violenza.