(askanews) – Roma, 2 gen 2014 – In piena emergenza immigrazionee’ una storia di solidarieta’ e sport quella di due ospitidel Cara di Bari, Abdulle e Mussie, e dei due agenti dipolizia che hanno saputo scovarne il talento per la corsa edeciso di incoraggiarlo a proprie spese. La racconta il settimanale Famiglia cristiana partendo dalCentro di accoglienza per i richiedenti asilo del capoluogopugliese che ospita attualmente 1460 migranti, principalmentedel Pakistan e dell’Afghanistan. Tra loro vi sono anche il24enne eritreo, Hitsa Mussie, e il 21enne somalo, AbdulleAbdisha Kuur, che ha difeso ai mondiali di Atletica del 2011i colori del suo paese, dal quale ha poi deciso di scappare,in un’estenuante fuga attraverso Sudan e Libia, finoall’arrivo presso il Cara di Bari, a febbraio 2013. E’ qui che il sovrintendente di Polizia, Francesco Leone,e l’assistente capo, Francesco Martino, hanno inziato anotare i ragazzi allenarsi con mezzi di fortuna lungo ilperimetro del centro. L’agente Leone, in particolare, e’ unrunner amatoriale e coglie subito il talento dei due che gliviene confermato una volta cronometrati in loro tempi. Da quila decisione di Leone e del collega Martino si sobbarcarsil’onere economico di sostenere i due corridori: acquistanoloro abbigliamento sportivo, scarpe professionali da running,cronometri. Leone riesce anche a far entrare Abdulle e Mussiein una squadra di atletica amatoriale del Barese. Entrambi gli agenti hanno famiglia a carico e combattonocome ogni italiano con la crisi economica. Ma non hanno perquesto rinunciato ad un piccolo grande gesto di solidarieta’nei confronti dei due giovani: Mussie ha ottenuto un permessoda rifugiato ed e’ partito alla volta della Svizzera,Abdulle, invece, e’ in partenza per Perugia con in tasca unpermesso di tre anni per ragioni umanitarie. ”Continueremo acorrere al suo fianco”, assicurano i poliziotti Leone eMartino, ribattezzati nel frattempo dai due corridoriafricani ”big father” e ”big brother”.
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