Salute: si’ a cure denti anche per pazienti emofillici ma con cautela

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(askanews) – Roma, 21 nov – Con l’adozione di determinatiaccorgimenti e cautele, oggi e’ possibile gestire gliinterventi odontoiatrici in pazienti definiti ”a rischio”,come quelli emofilici. E’ l’orientamento emerso dal workshop”Difetti della coagulazione e odontoiatria: focus sulpaziente emofilico”, organizzato dalla Federazione delleAssociazioni degli Emofilici (FedEmo), dall’AssociazioneEmofilici del Lazio AEL Onlus e dall’Istituto George Eastmandi Roma, al quale hanno preso parte medici ematologi,odontoiatri, esperti del settore, autorita’politico-istituzionali e del mondo della ricerca, oltre anumerosi ed illustri relatori ed associazioni di pazienti,per presentare il rapporto tra il paziente emofilico e lecure odontoiatriche.

”Abbiamo capito – ha affermato Francesco Riva, U.O.C.

Chirurgia Odontostomatologica Ospedale George Eastman di Roma- che il paziente emofilico presentava problematicheparticolari con difficolta’ nella gestione medica eterapeutica. Per questo abbiamo attivato dei sistemi PAC(Prestazioni Ambulatoriali Complesse) per trattare talipazienti a livello ambulatoriale, senza ricorrere al regimedi ricovero: questo ha, di fatto, determinato una nettariduzione dei costi di gestione ed una migliore aderenza altrattamento del paziente stesso (compliance). In particolare,in un periodo di 7 anni, tra il 2007 ed il 2013, sono statisottoposti a trattamenti chirurgici invasivi 50 pazienti (42maschi e 8 femmine) con disturbi congeniti dell’emostasi.

Abbiamo effettuato 156 chirurgie, facendo registrare 0 casidi sanguinamento o complicazioni da infezione postoperatorie, senza ricorrere all’ospedalizzazione”. Riva hapoi presentato il Decalogo per il medico e per il paziente ,per assicurare a quest’ultimo la massima efficienza intermini di sicurezza. Vincere la ”paura del dentista”, ancor piu’ per il pazienteemofilico, e’ la sfida che si vuole lanciare attraverso ilracconto dell’esperienza del Lazio dove, attraverso lacollaborazione tra l’Istituto Eastman e il Centro Emofiliadel Policlinico Umberto I, e’ stato realizzato un efficacemodello di cura odontoiatrica, che ha consentito anche unasignificativa riduzione dei costi. Rossi si e’ soffermato sulle criticita’ dei circa 650pazienti affetti da emofilia e da altre malattie emorragichecongenite del Lazio. ”La Regione Lazio – ha proseguito – haistituito la Rete Assistenziale delle Malattie EmorragicheCongenite (MEC). Nella rete e’ previsto un modello ”Hub &Spoke”, con un Centro di riferimento e coordinamento (Centrodi III livello), presso il Policlinico Umberto I(Dipartimento di Ematologia Biotecnologie Cellulari eEmatologia), due presidi di II livello (Ospedale BambinGesu’, Policlinico Gemelli) e 4 presidi di I livello(Belcolle-Viterbo, S. Camillo de Lellis-Rieti ProvinciaRieti, SM Goretti-Latina, Umberto I-Frosinone). La Rete,purtroppo, non e’ stata mai implementata. La piu’ grandecriticita’ riguarda il Centro Hub, dove 1.000 tra pazientiemofilici e portatori di disordini di aggregazione ecoagulazione del sangue sono gestiti da un unicoprofessionista!”. ”La Rete, indicata nel decreto n. U0057del 12 luglio 2010 del Commissario ad acta – ha continuatoTeresa Petrangolini, Consigliere regionale del Lazio e membrodella Commissione Politiche Sociali e Salute – e’ purtropporimasta solo sulla carta e la riorganizzazione non ha avutomai un’implementazione effettiva. Sulla base dell’Accordo,sancito lo scorso 13 marzo 2013, tra Governo, Regioni eProvince autonome di Trento e Bolzano sulla definizione deipercorsi regionali o interregionali di assistenza per lepersone affette da MEC, occorre portare a termine il percorsointrapreso affinche’ questa rete diventi effettivamenteoperativa al piu’ presto, visto che lo stesso accordo andavarecepito entro sei mesi”.

red/mpd