Staminali: potenziare coi farmaci capacita’ autoriparazione del cervello

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(askanews) – Torino, 23 ott – La relazione tra neurogenesi emalattie neuropsichiatriche e’ il nuovo ed affascinante campodi indagine neurobiologica, in cui la cellula staminaleneurale adulta costituisce un potenziale bersaglio, sia perinterventi terapeutici di nuova concezione, sia perl’interpretazione dell’attivita’ di farmaci da tempoutilizzati in ambito clinico.

Nel corso dei lavori della 36* Edizione del CongressoNazionale della Societa’ Italiana di Farmacologia, a Torinofino al 26 ottobre , presieduto dal Pier Luigi Canonico,Presidente SIF e Professore ordinario di Farmacologia pressol’Universita’ degli Studi del Piemonte Orientale, una interasessione di interventi sara’ dedicata alla discussione didati recenti ottenuti in questo ambito.

Spiega Mariagrazia Grilli, che coordina il Laboratorio diNeuroplasticita’, con sede a Novara, presso il Dipartimentodi Scienze del Farmaco dell’Universita’ degli Studi delPiemonte Orientale: ”C’e’ voluto oltre un secolo perconfutare il ‘dogma’ della neurobiologia che vedeva ilcervello adulto impossibilitato a rigenerare i neuroni, masolo destinato a perderne con l’invecchiamento. Una decinad’anni fa si e’ confermato che anche nel cervello, come inqualunque altro organo, ci sono cellule staminali adulte, eche noi tutti abbiamo la possibilita’, in alcune zonespecifiche del nostro cervello, di formare, a partire daqueste cellule, nuovi neuroni per tutta la durata dellanostra esistenza. E’ anche in parte grazie a questi neuroninati in eta’ adulta, che il nostro cervello puo’ adattarsialle nuove e continue esperienze e stimoli cui siamo esposti,ed essere ‘plastico’, continuare ad imparare ed immagazzinarenuove informazioni.

Inoltre, le staminali neurali adulte sembrano attivarsi inrisposta a danno, nel tentativo di ripararlo”. Comefarmacologi – continua Grilli – pensiamo alle numerosemalattie neuropsichiatriche ancora in attesa di risposteterapeutiche adeguate e vediamo nelle cellule staminalineurali adulte un target per lo sviluppo di nuovi farmaci,che possano potenziare la capacita’ di autoriparazione e diplasticita’ del nostro cervello. E’ stato ipotizzato che lamaggior parte delle malattie neuropsichiatriche si associa adalterazioni del processo con cui si formano questi nuovineuroni. Uno degli obiettivi di noi ricercatori e’ quello dicapire cosa si altera in questo processo e comprendere sequeste alterazioni contribuiscono, e in che misura, amalattie quali, ad esempio, ictus, disturbi di tipo cognitivoassociati alla malattia di Alzheimer e all’invecchiamento, maanche la depressione maggiore, disturbo bipolare, ecc.”.

Nell’ictus ed in altre malattie neurodegenerative, adesempio, e’ noto che le cellule staminali si attivano, aseguito del danno, nel tentativo di generare nuovi neuroni.

Purtroppo il microambiente in cui si vengono a trovare nonpermette che queste cellule o i neuroni cui esse dannoorigine sopravvivano o completino la loro maturazione, con laconseguenza che questo tentativo di autoriparazione fallisceo si esaurisce. Per questo, la farmacologia si prefigge loscopo di studiare i meccanismi che regolano la neurogenesiadulta con l’ambizione, in futuro, di individuare farmaci chepotenzino la produzione delle cellule staminali oppurefacilitino la sopravvivenza dei nuovi neuroni, anche in uncontesto che altrimenti non renderebbe possibile la lorointegrazione nei circuiti.

”Siamo anche interessati a capire – avverte – se e come,all’opposto, alcuni farmaci di abuso possono causare effettinegativi sulle cellule staminali del cervello e quindi sullaplasticita’ del cervello stesso, con conseguenze importantisulla cognitivita’ e sul tono dell’umore”.

red/mpd