Vajont: Wwf, recupero urbano e freno a consumo suolo Valle del Piave

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(askanews) – Roma, 7 ott – Il fiume Piave come punto di partenzaper un governo nuovo del territorio dove avviare un progettopartecipato di riqualificazione fluviale, ambientale epaesaggistica, e’ la proposta del Wwf Italia contenuta neldossier ”Vajont anno zero: 1963-2013. Consumo del suolo erischio idrogeologico, un territorio da ripensare’ pubblicatoin occasione del cinquantesimo anniversario della tragediadel Vajont. Nel dossier si documenta come il comune diLongarone sia stato ricostruito ma anche come la suasuperficie urbanizzata sia quadruplicata e ci sia spinti acostruire fin dentro il fiume: la tragedia sembra averspazzato via anche quella cultura che conosceva il fiume esaggiamente lo temeva. La fascia fluviale lungo il Piave nelComune di Longarone e’ in gran parte occupata da areeindustriali all’interno delle quali vi sono molte zoneabbandonate.

”Ora che e’ chiaro cosa e’ successo, che si sa che ilMonte Toc non poteva sopportare le sollecitazioni diquell’invaso artificiale, ora che anche tante altre tragediehanno caratterizzato la storia del nostro Paese in questiultimi 50 anni, non possiamo piu’ far finta di nulla edobbiamo imparare la lezione ovvero che tutta l’operazionedella diga del Vajont e’ stata fatta senza tenere in conto ildelicatissimo equilibrio idrogeologico del territorio e negliultimi 50 anni si e’ proceduto alla cementificazione ededificazione indiscriminata delle valli sfidando di nuovol’equilibrio idrogeologico; oggi, non possiamo perpetrare glierrori del passato ignorando le aree a rischio idrogeologicoche conosciamo e le Autorita’ di bacino, delegittimate esenza fondi, hanno catalogato e comunicato a tutti gli enti,comuni inclusi” ha detto Andrea Agapito Ludovici tra gliautori del dossier. In Italia tra gli anni ”50 e il 2000 si e’ assistito aun’urbanizzazione che ammonta ormai a 2 milioni e 250 milaettari ed e’ proprio l’enorme consumo di suolo che ha spintoil WWF Italia ad avviare nel 2011 la Campagna ‘RiutilizziAmol’Italia’ volta a frenare e invertire la tendenza che neiprossimi 20 anni, ai ritmi attuali, rischia di coprire digrigio altri 680.000 ettari.

Per il Wwf, negli ultimi 50 anni e’ registrata nel nostroPaese una conversione urbana media del suolo di quasi 90ettari al giorno, una urbanizzazione lineare della costaadriatica di quasi 10 km all’anno e come gia’ oggi non siapossibile tracciare in Italia un cerchio del diametro di 10km senza intercettare un insediamento urbano, come documentail dossier Terra Rubata, di WWF e FAI del gennaio 2011, sullabase di una ricerca coordinata dall’Universita’ degli Studidell’Aquila.

Longarone e’ un esempio di urbanizzazione del territoriocon un alto consumo di suolo. Infatti, nei primi anni ’60,prima degli eventi tragici del Vajont, il comune aveva unadensita’ di urbanizzazione molto bassa, dell’ordine dello0,5%. Questa situazione e’ decisamente cambiata negli anniseguenti e, dopo il 2000, la superficie urbanizzata si e’quasi quadruplicata e ha raggiunto l’ordine del 2%, con lafascia fluviale del Piave urbanizzata per oltre il 18% a 500metri, e per oltre il 12% a 1000 metri dall’alveo. In altreparole i tre quarti dell’urbanizzato del Comune di Longarone(soprattutto le grandi zone commerciali e industriali) sonocollocati entro i 700 metri dall’alveo fluviale ordinario,ovvero a rischio alluvione. Per cercare di mitigare i danni da alluvione, lungo ilPiave e in tutto il Paese, ridurre il consumo di suolo egovernare in modo sostenibile il territorio il Wwf Italiaricorda i cinque principi base che da anni porta avantiovvero l’applicazione delle direttive europee su acque erischio alluvionale che finalmente ci allinei all’Europa epermetta la Paese di gestire i fiumi come bacini idrograficie non seguendo i confini amministrativi, promuovere gliinterventi di rinaturalizzazione, promuovere una correttainformazione e formazione per la popolazione esposta alrischio idrogeologico e riduzione il consumo del suoloapprovando ad esempio la proposta di legge del Wwf per ilrecupero e la riqualificazione del patrimonio esistente.

red/rus