Siria: Save the Children, 2mln bambini combattono contro fame

34 8, 1317 -

(askanews) – Roma, 24 set – Sono migliaia i bambini uccisi nelconflitto siriano, ma ce ne sono almeno altri 2 milioniall’interno del Paese che stanno combattendo una guerraquotidiana con la mancanza del cibo necessario persopravvivere. Questa l’evidenza sottolineata nel rapporto ‘LaFame in una Zona di Guerra’ di Save the Children, diffusooggi per lanciare un forte appello in occasione dell’aperturadell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York,attraverso le terribili testimonianze dei bambini siriani edelle loro famiglie costrette ad una lotta disperata perpoter nutrire i propri figli.

La guerra ha infatti distrutto l’economia della Siria,dove l’indice di Sviluppo Umano e’ regredito di 35 anni.

Quasi 7 milioni di abitanti sono caduti in poverta’dall’inizio del conflitto, la produzione di grano e’ scesa ameno della meta’ del livello a cui era prima della crisi e ilcosto degli alimenti e’ schizzato in alto fuori controllo,mentre quello dei rifornimenti di base e’ raddoppiato. Anchechi ha un lavoro, a causa dell’inflazione, non riesce piu’ adacquistare cibo a sufficienza, come dichiara ormai il 40%delle famiglie in 7 governatorati dove e’ stato possibilefare una rilevazione. ”Nelle citta’ di Damasco, Homs, Aleppo, Idleb, oltre alleviolenze e agli abusi compiuti sulla popolazione civileriportati dalle notizie dei media c’e’ un’altra crisiumanitaria invisibile al resto del mondo, quella di interearee che sono state circondate e deliberatamente assediate,dove 2 milioni di persone, per la meta’ bambini, sono rimasteintrappolate senza accesso al cibo, con il terrore di berel’acqua perche’ inquinata o che la persona sbagliata potessesentire il pianto dei loro bambini e scoprire dove eranonascosti. Nelle aree rurali della sola Damasco un bambino suventi e’ malnutrito, e il 14% e’ gia’ affetto damalnutrizione grave,” ha dichiarato Valerio Neri, DirettoreGenerale di Save the Children Italia.

In queste aree e anche in altre zone del Paese, lefamiglie non sono piu’ in grado di produrre o comprareabbastanza cibo, in migliaia vivono sotto tiro senza accessoalla quantita’ di alimenti necessaria per poter sopravvivere,dovendo spesso scegliere tra la fame e il rischio di esserecolpiti dai cecchini uscendo alla ricerca di cibo o acqua dabere. Save the Children ha raccolto racconti di bambinicostretti a sopravvivere con niente piu’ di un piatto dilegumi o un pezzo di pane per giorni, intrappolati con leloro famiglie nelle cantine a causa delle esplosioni. ”C’erano momenti in cui eravamo circondati, cadevano lebombe, non c’era cibo per me e per i miei fratellini, stavamonascosti mangiando un pomodoro e mezzo a testa al giorno, pergiorni. Altre volte la mamma trovava un po’ di farina efaceva del pane, perche’ quello che vendeva una macchina chepassava ogni tanto era troppo caro per noi. Ci siamoaddormentati con la fame molte volte,” racconta Sami, 12anni, che ha abbandonato la Siria per fuggire in Libano unmese fa. La sua famiglia si e’ dovuta spostare piu’ volteall’interno del Paese per cercare un posto sicuro,nascondendosi dove capitava come quando l’unico riparopossibile e’ stata una tubatura delle fogne.

”I bambini vanno a letto nel mezzo di combattimenti -terrorizzati, soli, vulnerabili – con lo stomaco vuoto. E’comprensibile che ci sia un dibattito politico sulle futureazioni in Siria ma e’ evidente a tutti la necessita’ assolutadi un accesso umanitario sicuro a tutte le aree del Paese.

Non c’e’ piu’ spazio per discussioni o tentennamenti: ibambini della Siria non devono patire la fame. In questocontesto, Save the Children Italia chiede in particolare cheanche il nostro Paese dia un importante impulso al percorsonegoziale e contribuisca cosi’ alla risoluzione pacifica delconflitto, e mantenga fede agli impegni finanziari presi inprecedenza e, laddove possibile, li incrementi,” concludeValerio Neri.

red/sam/alf