Crisi: Coldiretti, 2,2 mln bambini in mensa a scuola. Allarme…(1 Upd)

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(askanews) – Roma, 21 set – Salgono a circa 2,2 milioni i bambinie i ragazzi di eta’ compresa fra i 3 e i 14 anni che pranzanoa scuola divisi equamente tra quelli che vanno all’asilo(attorno al milione) e quelli delle elementari (attorno almilione) mentre alle medie sono solo duecentomila glistudenti che mangiano nelle mense, ma dovunque con la crisi ele esigenze di risparmio e’ allarme per la qualita’ atavola.

E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dal sitowww.coldiretti.it sulle preoccupazioni delle famiglie per ilritorno tra i banchi. Se la maggioranza dei genitori (52 per cento) – sottolineala Coldiretti – ritiene che per risparmiare a scuola sidovrebbe tagliare il costo degli accessori scolastici(zainetti, astucci, diari, colori, quaderni), il 27 per centoil costo dei libri e il 12 per cento quello delle attivita’integrative (gite, sport, musica, teatro, ecc.), solo il 9per cento chiede di fare economia sulla qualita’ dei cibiofferti nelle mense scolastiche. Una preoccupazione che secondo la Coldiretti e’ aumentatadopo i casi accertati quest’anno dai carabinieri dei Nas diirregolarita’ e intossicazioni in alcune mense scolasticheche hanno anche fatto scattare ispezioni da parte delministero della Salute.

Secondo elaborazioni dell’associazione ugli ultimi datiIstat, l’abitudine di mangiare in mensa riguarda ben il 57per cento dei bambini che vanno all’asilo, il 35 per centodegli alunni delle elementari ed anche l’8 per cento deglistudenti che frequentano le medie.

Il rischio concreto – sostiene ancora la Coldiretti – e’che il necessario contenimento dei costi venga perseguito conil ricorso nei menu ai cibi low cost che sono gli unici a farregistrare un aumento delle vendite in Italia nel 2013. Glieffetti della crisi toccano anche l’ora di pranzo a scuola,incidendo sul contenuto dei piatti che i bambini consumano amensa. La necessita’ di riduzione dei budget non deve pesaresulla scelta delle materie prime con il rischio che alimentibase dell’alimentazione come l’extravergine di origineitaliano, il Parmigiano, il prosciutto di Parma o San Danielevengano sostituiti da prodotti di imitazione offerti spesso aprezzi troppo bassi per essere sinceri e che rischiano diavere un impatto sulla salute dei piu’ piccoli. Dietro questiprodotti spesso si nascondono, infatti, ricette modificate,l’uso di ingredienti di minore qualita’ o metodi diproduzione alternativi.

Con la corsa al risparmio e’ infatti possibile ad esempio- precisa la Coldiretti – che venga ”servito” olioimportato dalla Tunisia, con un minor contenuto diantiossidanti, oppure biscotti e merendine low cost in cuiingredienti di qualita’ come l’olio extravergine di oliva eil burro, sono spesso sostituiti da grassi di bassa qualita’e di basso prezzo come l’olio di palma e l’olio di cocco,spesso utilizzati in forma idrogenata. Ed ancora ilprosciutto da maiali allevati in Belgio o il similgranaottenuto da latte ungherese o della repubblica ceca che nonha nulla a che fare con il Parmigiano Reggiano e il GranaPadano realizzati solo in Italia sulla base di specificidisciplinari. Occorre fare attenzione anche alla presenza dicibi importati, soprattutto frutta e verdura, poiche’ non vadimenticato che l’Italia detiene il primato in Europa e nelmondo con il minor numero di prodotti agroalimentari conresidui chimici oltre il limite (0,4 per cento) che sonorisultati peraltro inferiori di quasi quattro volte a quellidella media europea (1,5 per cento di irregolarita’) eaddirittura di circa 20 volte a quelli extracomunitari (7,9per cento di irregolarita’).

In caso di dubbi e’ importante per i genitori fareriferimento alle linee guida per la ristorazione scolasticafissate dal ministero della Salute in cui – informa laColdiretti – e’ specificatamente rivolto tra l’altro l’invitoa considerare ”la varieta’ e la stagionalita’ dei cibi,utilizzando anche proposte di alimenti tipici della regionedi residenza, per insegnare ai bambini il mantenimento delletradizioni”. Una opportunita’ per garantire cibi freschi, genuini, maanche per favorire la conoscenza e l’integrazione nei propriterritori di residenza. Un invito che gli agricoltori dellaColdiretti hanno accolto anche con la presenza di un numerocrescente di imprese agricole che cedono direttamente ilproprio prodotto senza intermediazioni e che sono in grado dioffrire alimenti freschi coltivati localmente anche allarisotrazione scolastica.

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