Contraffazione: Coldiretti, stop a falsa aranciata italiana. Bene Cfs

GEN 8, 1307 -

(askanews) – Roma, 22 ago – E’ necessario rendere obbligatorial’indicazione in etichetta della provenienze della arance edell’altra frutta impiegata in aranciate e succhi perimpedire che vengano spacciati come Made in Italy prodottiprovenienti dall’estero. E’ quanto afferma la Coldiretti nelcommentare positivamente l’operazione condotta dal Comandoprovinciale di Reggio Calabria e del Nucleo AgroalimentareForestale di Roma del Corpo forestale dello Stato che haportato al sequestro di concentrato di succo d’arancia e diderivati dalla polpa di arancia di origine estera che, senzasubire trasformazioni sostanziali, venivano riesportati comeprodotto di origine italiana.

La mancata entrata in vigore della norma che prevedel’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materiaprima impiegata nei succhi favorisce – sottolinea laColdiretti – inganni e truffe. Una situazione che danneggia iconsumatori ma anche i produttori italiani ai quali le arancedestinate alla trasformazione industriale vengono pagatepochi centesimi al chilo. Un situazione che alimenta unaintollerabile catena dello sfruttamento che colpisce impresee lavoratori spesso immigrati.

Un importante aiuto in questa direzione – continua laColdiretti – potrebbe venire dall’attuazione della cosiddettalegge ‘Balduzzi’ approvata dal parlamento che prevedel’obbligo di aumentare la percentuale di succo dal 12% al 20%nelle bibite per dire basta alle aranciate senza arance. Nonva infatti dimenticato – conclude la Coldiretti – l’impattoeconomico sulle imprese agricole poiche’ l’aumento dellapercentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltrediecimila ettari di agrumeti italiani con una estensioneequivalente a circa ventimila campi da calcio, situatisoprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria.

red/res