Mps: Antonveneta, in atti inchiesta Siena la storia dell’acquisizione

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(askanews) – Siena, 29 lug – L’inchiesta che la Procura di Sienasta per chiudere sull’acquisizione di Antonveneta da parte diMps segna l’ultimo (per ora) capitolo sull’ultimo grande’deal’ bancario italiano prima della crisi, ma anche su unodei piu’ contrastati e (a posteriori) criticati. Nellaricostruzione fatta dal Nucleo di polizia valutaria dellaGuardia di Finanza, le trattative tra Monte dei Paschi diSiena e Santander per Antonveneta iniziarono prima ancora chela banca spagnola avesse definito l’acquisto dello stessoistituto con l’Opa su Abn Amro. I primi contatti, afferma laFinanza in una informativa del marzo 2012, avvennero tramitel’advisor Rothschild nell’agosto 2007 quando ”era ancora incorso il take over del consorzio estero costituito perl’acquisto di Abn Amro” e Rothschild ”era impegnata nelladifesa della banca olandese dall’Opa ostile del Santader”.

Personale della Rothschild ad agosto, si legge, incontro’ ilpresidente del Santander Emilio Botin (sentito dai Pm senesicome persona informata sui fatti nel giugno scorso) ”inquanto lo stesso sembrava non fosse interessato a mantenerele suddette attivita’ italiane”. Ad Alessandro Daffina diRotschild Botin ”conferi’ un mandato esplorativo perverificare l’esistenza di eventuali soggetti bancariinteressati a rilevare il Gruppo Antonveneta”, con o senzala partecipata Interbanca”. E per il Santander ”eraimportante vendere nel breve periodo senza dovernecessariamente attendere il materiale passaggio della bancaitaliana da Abn Amro a Santander”. Il tutto individuando unacquirente che ”avrebbe dovuto inoltre accettare lacondizione, ‘non negoziabile’ di rilevare Antonveneta senzaalcuna ‘due diligence’ preventiva”. Rothschild, secondo leFiamme Gialle, contatto’, 5 banche: Monte dei Paschi diSiena, Unicredit (allora guidata da Alessandro Profumo); UbiBanca; Credit Agricole, Bnp Paribas. ”Ad esclusione diUnicredit – scrive la Finanza – tutte si dichiararonofortemente interessate all’acquisizione”. Nel mese diottobre 2007, e’ la ricostruzione, Bnp Paribas ”presento’un’offerta di circa 7 mld di euro, Interbanca esclusa”,mentre Mussari e Vigni ”presentarono verbalmente unaproposta di circa 8 miliardi di euro”. Il numero uno diSantander Botin ”aveva sempre maifestato nel corso delletrattative una preferenza” per Bnp Paribas, ritenuta ”piu’affidabile in ordine alla celerita’ nella chiusuradell’operazione e alla relativa sostenibilita’finanziaria”.

Il 6 novembre 2007 le offerte sul tavolo erano due: quelladi Bmps di 8,250 mld e quella di Bnp Paribas che si componevadi ”un parametro fisso da pagare alla conclusionedell’offerta di circa 7 mld di euro e di uno variabile, paria un miliardo di euro circa, agganciato ai risultatieconomici 2008 di Antonveneta”. Nell’incontro conclusivo conRothschild del 7 novembre Botin ”riferi’ di essersiaccordato con Mussari, il quale aveva accettato tutte lecondizioni in ordine al corrispettivo richiesto – elevato a 9miliardi – e all’impossibilita’ di effettuare una duediligence preventiva”.

In realta’, alla fine, per la Finanza il prezzo pagato fumolto superiore: ”L’operazione Antonveneta ha comportato perBanca Mps, da un punto di vista finanziario, un esborsocomplessivo di circa 19 miliardi di euro, di cui 9 perl’acquisto e altri 10 circa per il rimborso delle esposizioniintragruppo di Antonveneta con Abn Amro”, scrive ilvalutario. In particolare la bozza dell’implementationagreement presentata alla Banca d’Italia, si leggenell’informativa, prevede che ”Bmps debba versare adAntonveneta la liquidita’ necessaria affinche’ la stessapossa rimborsare ad Abn Amro il debito infragruppo costituitoda finanziamenti a lungo termine per 7,5 miliardi di euro elinee di credito a vista per 1,97 miliardi di euro (alla datadell’8 febbrario 2008). La provvista necessaria al rimborsoinfragruppo sarebbe stata garantita attraverso l’utilizzodella linea di credito concessa a Bmps dallo stesso BancoSantander per 4 miliardi di euro e per la restante partemediante operazioni di tesoreria”.

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