Sanita’: liste attesa non si abbattono, 15 mesi per una MOC

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(askanews) – Roma, 16 lug – Undici mesi per una mammografia,quindici per una MOC, otto per una colonscopia. E undici mesiper una visita urologica o oculistica, sei per unaortopedica, ben sei per una visita oncologica: le lungheliste d’attesa per accedere ad esami, visite ed interventichirurgici sono la prima voce (74,3%) delle segnalazioniraccolte dal Tribunale per i diritti delmalato-Cittadinanzattiva che ha pubblicato oggi l’annualeRapporto Pit-Salute. Lamentele anche per il maggiore ricorsoall’intramoenia a causa proprio dei tempi eccessivi nelpubblico (15,4%) e l’insostenibilita’ dei costi dei ticket(10,3%). Il 37,2% delle segnalazioni riguarda gli esamidiagnostici, mentre il 29,8% fa riferimento a visitespecialistiche. Un’altra parte rilevante delle segnalazioni(28,1%) si concentra attorno alle richieste di ricovero perintervento chirurgico, mentre quasi il 5% rappresenta gliaccessi per terapie oncologiche, quali chemioterapia eradioterapia.

”Ci troviamo di fronte ad un Servizio Sanitarioinaccessibile, che decide chi curare utilizzando il criteriocronologico (impossibile ammalarsi a fine anno, vale a dire”chi prima arriva meglio alloggia”) e territoriale. Unaselezione realizzata di fatto attraverso un taglio del FondoSanitario Nazionale senza precedenti, pari ad oltre 30miliardi di euro nel periodo 2013-2015 e con effetti peraltroretroattivi, con tutto cio’ che questo comporta”, haspiegato Tonino Aceti, coordinatore del Tdm e responsabiledel Coordinamento Nazionale delle associazioni dei malaticronici: ”Un definanziamento pagato direttamente con i soldidei cittadini, obbligati a farsi carico delle cure a costisempre maggiori o a rinunciarvi, e sostituito dall’assistenzaprestata dalle famiglie, pilastro reale del Sistema diwelfare, nei confronti delle quali lo Stato ha attuato unavera e propria delega assistenziale”.

Nell’ambito degli esami diagnostici, mediamente, siattende di piu’ per le prestazioni di radiologia, comedimostra il 24% delle segnalazioni del 2012 (15,4% nel2011).

Si tratta di un dato in aumento, che sottolineal’annosita’ del problema. Seguono due ambiti molto delicati,l’oncologia con il 17,5% (20,4% nel 2011) e ginecologia eostetricia con il 13,6% (nel 2011 14,3%). I valori diCardiologia e Gastroenterologia rimangono sostanzialmenteinvariati, rispettivamente con un 9,8% e un 9,7%. Per laspecialistica e’ invece l’oculistica ad essere segnalata comemaggiormente a rischio e rappresenta da sola circa un quartodelle segnalazioni (25,6%, mentre era 18,5% nel 2011). Levisite cardiologiche, con un dato anch’esso pari al 25% deltotale (il valore era dell’11,5% nel 2011), sono un altroambito di disagio, assieme a quelle ortopediche (dato 2012:15,1%; dato 2011: 17%). Colpisce il dover annoverare ancoral’area oncologica tra gli oggetti di segnalazione: un datodel 9% (coerente per il 2012 e il 2011) non e’ ancoragaranzia della tempestivita’ che e’ necessaria per un ambitocosi’ delicato.

Per gli interventi chirurgici, i cittadini hannosegnalato, per il 2012, eccessiva attesa per gli interventidi ortopedia (24,7%), oncologia (16,4%), chirurgia generale(13,7%, ma era 8% nel 2011) e urologia (10,3%; 14% nel 2011):nel primo caso il valore si e’ abbassato rispetto allarilevazione 2011 (era pari al 29%), nel secondo caso e’aumentato (era infatti pari al 14%).

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