Papa: per conoscere Cristo occorre toccare sue piaghe attraverso poveri

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(askanews) – Citta’ del Vaticano, 3 lug – Per conoscere davveroil Cristo risorto occorre ”toccare e curare le sue piaghe”che per il cristiano di oggi significa non tanto perdersinelle meditazioni o nei sacrifici ma stare accanto ai poveri,ai carcerati, a quanti sono nelle difficolta’. A ricordarloe’ stato papa Francesco nell’omelia della messa celebratastamane a Santa Marta presenti, riferisce la Radio Vaticana,sacerdoti e collaboratori del Pontificio Consiglio per ilDialogo Interreligioso guidati dal card. Jean-Louis Tauran,presidente del dicastero.

Commentando il brano del Vangelo proposto oggi dallaliturgia che ricorda la figura di San Tommaso, l’increduloapostolo che chiede di mettere il dito nelle piaghe delCristo crocifisso e risorto, il papa ha sottolineato cheGesu’, dopo la Resurrezione, appare agli apostoli, ma Tommasonon c’e’: ”Ha voluto che aspettasse una settimana. – haspiegato – Il Signore sa perche’ fa le cose. E a ciascuno dinoi da’ il tempo che lui crede che sia meglio per noi. ATommaso ha concesso una settimana”. Bergoglio ha poiaggiunto che malgrado il corpo del Risorto risultasse”pulito, bellissimo, pieno di luce, le piaghe c’erano e cisono ancora”. Tommaso, e’ proseguita la sua riflessione, ”era untestardo. Ma, il Signore ha voluto proprio un testardo perfarci capire una cosa piu’ grande. Tommaso ha visto ilSignore, e’ stato invitato a mettere il suo dito nella piagadei chiodi; mettere la mano sul fianco e non ha detto: ”E’vero: il Signore e’ risorto!’. No! E’ andato piu’ oltre. Hadetto: ”Dio!’. Il primo dei discepoli che fa la confessionedella divinita’ di Cristo, dopo la Resurrezione. E haadorato”.

”E cosi’ – prosegue il Papa – si capisce qual eral’intenzione del Signore nel farlo aspettare: prendere anchela sua incredulita’ per portarla non all’affermazione dellaResurrezione, ma all’affermazione della sua divinita”’. Il”cammino per l’incontro con Gesu’-Dio – ha sottolineato -sono le sue piaghe. Non ce n’e’ un altro”: ”Nella storiadella Chiesa ci sono stati alcuni sbagli nel cammino versoDio. Alcuni hanno creduto che il Dio vivente, il Dio deicristiani noi possiamo trovarlo per il cammino dellameditazione, e andare piu’ alto nella meditazione. Quello e’pericoloso. Quanti si perdono in quel cammino e nonarrivano.

Arrivano si’, forse, alla conoscenza di Dio, ma non di Gesu’Cristo, Figlio di Dio, seconda Persona della Trinita’. Aquello non ci arrivano. E’ il cammino degli gnostici. – haspigato ancora il papa – Sono buoni, lavorano, ma non e’ ilcammino giusto. E’ molto complicato e non ti porta a un buonporto”.

”Altri – ha spiegato il Papa – hanno pensato che perarrivare a Dio dobbiamo essere noi mortificati, austeri, ehanno scelto la strada della penitenza: soltanto lapenitenza, il digiuno. E neppure questi sono arrivati al Diovivo, a Gesu’ Cristo Dio vivo. Sono i pelagiani, che credonoche con il loro sforzo possono arrivare”. Ma Gesu’ ci diceche il cammino per incontrarlo e’ quello di trovare le suepiaghe: ”E le piaghe di Gesu’ tu le trovi facendo le operedi misericordia, dando al corpo e anche all’anima, ma alcorpo, sottolineo, del tuo fratello piagato, perche’ ha fame,perche’ ha sete, perche’ e’ nudo, perche’ e’ umiliato,perche’ e’ schiavo, perche’ e’ in carcere, perche’ e’ inospedale. Quelle sono le piaghe di Gesu’ oggi. E Gesu’ cichiede di fare un atto di fede, a Lui, ma tramite questepiaghe”. ”Ah, benissimo! Facciamo una fondazione per aiutare tuttiquelli e facciamo tante cose buone per aiutarli’. Quello e’importante, ma se noi rimaniamo su questo piano, saremosoltanto filantropici.

Dobbiamo toccare le piaghe di Gesu’, dobbiamo carezzare lepiaghe di Gesu’, dobbiamo curare le piaghe di Gesu’ contenerezza, dobbiamo baciare le piaghe di Gesu’, e questoletteralmente. Pensiamo, cosa e’ successo a San Francesco,quando ha abbracciato il lebbroso? Lo stesso che a Tommaso:la sua vita e’ cambiata!”.

Per toccare il Dio vivo, ha concluso il Papa, non serve”fare un corso di aggiornamento” ma entrare nelle piaghe diGesu’ e per questo ”e’ sufficiente uscire per la strada”. gc/