Medici: 7 su 10 non praticano aborti. Ginecologi, posti a non obiettori

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(askanews) – Roma, 12 giu – – Il 69,3% dei ginecologi chelavora nel servizio pubblico e’ obiettore di coscienza equindi non pratica interruzioni volontarie di gravidanza.

Ieri alla Camera si e’ discussa una mozione, presentata dalgruppo parlamentare di Sinistra Ecologia e Liberta’ (SEL),che impegna il Governo, tra le altre cose, ad ”assumere ogniiniziativa …. affinche’ la gestione organizzativa e delpersonale delle strutture ospedaliere sia realizzata in mododa evitare che vi siano presidi con oltre il 30% di obiettoridi coscienza, anche attraverso un controllo piu’ stringentesull’attuazione delle previste procedure di mobilita’ delpersonale sanitario”. ”E’ necessario rispettare la pienaliberta’ di scelta individuale sia delle donne che dei medici- afferma Nicola Surico, Presidente della Societa’ Italianadi Ginecologia ed Ostetricia (SIGO) -. Ci sono alcuniospedali che per poter assicurare le interruzioni volontariedi gravidanza devono chiamare personale da fuori.

E’ una situazione intollerabile. Al tempo stesso imporre illimite massimo del 30% di obiettori e’ un rimedio eccessivoed irrealizzabile. Nei reparti di ginecologia per effettuarequesto servizio possono bastare 2-3 medici che si alternano.

Una possibile soluzione e’ quella di riservare nei concorsipubblici un numero di posti per medici non obiettori dicoscienza, ma senza stravolgere gli attuali criteri diassunzione per entrambe le categorie”. Secondo l’ultimaRelazione sullo stato di attuazione della legge 194 delMinistro della Salute, in Italia il maggior numero diginecologi obiettori si trova nel Sud continentale (76,9%),con la punta piu’ alta in Molise (85%). Nel nostro Paesecontinua a diminuire il numero di aborti volontari. Nel 2011ne sono stati effettuati 109.538. Il decremento e’ stato del5,6% rispetto al dato del 2010. ”Promuovere la procreazioneresponsabile e’ il modo piu’ efficace di prevenire l’aborto -sottolinea il Presidente Surico -. La mozione di SEL proponegiustamente il potenziamento dei consultori familiari. Questiluoghi sono stati istituiti dalla Legge 194 e possono avereun ruolo fondamentale nell’educazione sessuale dellecategorie attualmente piu’ a rischio, ovvero i giovani e lapopolazione d’origine straniera. Anche nelle scuole pubblichee’ necessario istituire al piu’ presto corsi obbligatori dieducazione alla sessualita”’. red/mpd