Salute: rischio nanoparticelle in fabbrica, studio Cattolica

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(askanews) – Roma, 11 giu – Nanoparticelle presenti in alcuniambienti industriali possono causare rischi per la salutedegli operai che vi sono esposti. Ricercatori di Medicina delLavoro della Facolta’ di Medicina e Chirurgia ”A. Gemelli”dell’Universita’ Cattolica di Roma hanno studiato i livelliambientali del particolato nell’industria metalmeccanica. Lostudio ha messo in evidenza che le attivita’ di saldatura ebrasatura sono fonti di emissione, nell’ambiente di lavoro,di particelle di dimensione nanometrica (pari a unmiliardesimo di metro. Una grandezza estremamente piccola sepensiamo che un capello ha diametro pari a circa 70.000nanometri). Questa esposizione rappresenta un potenzialerischio per la salute dei lavoratori, che svolgono taliattivita’ e dovrebbe essere accuratamente monitorata.

L’osservazione e’ emersa da uno studio condotto dal gruppodi ricerca guidato da Ivo Iavicoli, professore aggregato diMedicina del Lavoro all’Universita’ Cattolica di Roma, con lasupervisione di Antonio Bergamaschi. Il lavoro e’ statopubblicato sul Journal of Occupational and EnvironmentalMedicine, una delle riviste piu’ importanti nell’ambito dellaMedicina del Lavoro e dell’Igiene Industriale.

Quello delle nanoparticelle e’ di certo un problemaemergente. Negli ultimi anni il settore delle nanotecnologiesi e’ sviluppato in maniera imponente. Le applicazionipratiche delle nanoparticelle e dei nanomateriali sonoestremamente numerose, esse vengono attualmente impiegate indiversi settori industriali per migliorare l’efficienza dipurificazione dell’acqua, per realizzare materiali dacostruzione piu’ resistenti e leggeri, per implementare lapotenza e la velocita’ di calcolo, per ottimizzare laproduzione e la conservazione dell’energia, per ottenerenuovi e migliori strumenti diagnostici e terapeutici inambito medico. Inoltre, in media ogni settimana vengonoimmessi sul mercato 3-4 prodotti di consumo che contengononanoparticelle (cosmetici, schermi solari, tessutitraspiranti, idrorepellenti, antimacchia e con elevateprestazioni elastiche e termiche, vernici, inchiostri eadditivi chimici). Infine, e’ bene ricordare che oltre allenanoparticelle ingegnerizzate, che sono prodotteintenzionalmente dall’uomo, vi sono anche le nanoparticelleincidentali che sono generate in maniera involontaria dafonti antropogeniche, che consistono prevalentemente inprocessi di combustione a carattere domestico, veicolare oindustriale e da particolari attivita’ lavorative quali leoperazioni di saldatura, molatura, fusione, ablazione laser,taglio, lucidatura, e trattamento termico dei materiali.

Oggi si sa, da numerosi studi sperimentali su animali dilaboratorio e su linee cellulari, che le nanoparticelle sonoin grado di causare un’ampia varieta’ di effetti tossici. Inparticolare per quanto riguarda gli effetti avversi a caricodell’apparato respiratoriosono in grado di indurre processiinfiammatori, danni tissutali, stress ossidativo e fibrosi.

Inoltre, possedendo dimensioni comprese tra 1 e 100 nm, hannola possibilita’ di raggiungere piu’ facilmente le basse vierespiratorie, in particolare gli alveoli, rispetto alleparticelle con dimensioni micrometriche e possono quindiprovocare in questa sede degli effetti avversi di maggioregravita’. red/mpd