Ferrara: frode fiscale milionaria nel commercio acciaio, 13 arresti

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(askanews) – Ferrara, 29 mag – Il nucleo di Polizia tributariadella Guardia di finanza di Ferrara ha eseguito 13 ordinanzedi custodia cautelare (9 in carcere, 4 domiciliari),richieste dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna,nei confronti dei componenti di un sodalizio criminosoaccusato di aver posto in essere una frode fiscale nelsettore della commercializzazione di metalli ferrosi:attraverso almeno 22 societa’ differenti sarebbero statievasi fino a 30 milioni di euro di Iva.

Le indagini – spiega una nota – hanno preso le mossedall’individuazione di tre societa’ ferraresi prive diqualsiasi struttura aziendale, ma attive su tutto ilterritorio nazionale nella compravendita di metalli ferrosisemilavorati. L’attivita’ investigativa ha consentito di delinearel’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere,costituita per varie finalita’ illecite tra cui l’evasionedell’Iva, realizzata con l’interposizione di societa’inattive o non piu’ operative che, attraverso la redazione diatti societari falsi (modifiche statutarie, cessioni diquote, nomina alla carica di amministratore di prestanomi),divenivano strumento dell’attivita’ criminosa. La compagine si adoperava anche per procurarsi creditobancario mediante l’utilizzo di documenti falsi (bilanci edaltri atti societari, dichiarazioni fiscali mendaci), per poifinanziare l’illecita commercializzazione soprattutto diacciaio in coils. La condotta criminosa consisteva: nell’acquisire acciaio ealtri metalli ferrosi non pagando l’Iva attraverso falsedichiarazioni d’intento all’esportazione, rilasciate dasocieta’ cartiere appositamente costituite; nellacontemporanea cessione dei medesimi materiali ferrosiattraverso societa’ filtro, con operazioni assoggettate aIva, che veniva quindi incassata ma mai versata all’Erario;nell’importare merci senza il pagamento dei diritti doganalie dell’Iva, sempre con l’utilizzo di false dichiarazionid’intento.

Profittando di tale sistema di frode, l’associazione avevala capacita’ di perturbare il mercato di riferimento, potendooffrire prezzi piu’ vantaggiosi oltre a lucrare sull’Ivaevasa. I soggetti economici interessati risultavano attivi nelleregioni, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio,Abruzzo, Campania e Calabria. Per rendere difficile l’aggressione da parte dell’Erario eostacolare le indagini dell’Autorita’ giudiziaria, icomponenti dell’associazione si erano strutturati peralienare la proprieta’ delle societa’ utilizzate, trasferendole relative quote e le sedi all’estero (in particolare in unparadiso bancario e fiscale, la Repubblica di Panama). Allo stato delle indagini e dei connessi controlli fiscali- alcuni dei quali conclusi nei primi mesi del 2013 – il girod’affari dell’organizzazione ammonta ad oltre 100 milioni dieuro. Sono state finora scoperte 22 societa che risultano esserestate utilizzate dall’associazione criminale al solo scopo difrodare il fisco. L’Iva evasa ammonta a oltre 30 milioni.

com-stt