Chiesa: e’ morto Don Andrea Gallo, il prete scomodo e vicino agli ultimi

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(askanews) – Roma, 22 mag – Don Andrea Gallo e’ morto questo pomeriggio, aveva 84 anni. ”Alle ore 17.45 il cuore di Don Andrea Gallo ha cessato di battere, la comunita’ S.Benedetto e idealmente voi tutti siamo stretti intorno a lui”. E’ quanto si legge sull’account twitter di Don Gallo. Con la scomparsa di don Andrea Gallo, la Chiesa italiana perde una delle sue voci piu’ ‘scomode’ ma anche profetiche anche se da sempre ‘border line’ rispetto alle posizioni dell’episcopato italiano. Un prete ‘da marciapiede’ che sara’ ricordato per essere sempre stato sul fronte ”degli ultimi” e che non si e’ mai nascosto dietro l’ ”ecclesialese” per rivolgersi con parole e posizioni chiare anche su temi scottanti come l’omosessualita’, la poverta’ della Chiesa, l’antifascismo, i temi di bioetica. Riferimento soprattutto per le nuove generazioni, grande amico e confidente, fino alla sua morte, del cantautore anarchico Fabrizio De Andre’, si e’ cimentato a piu’ riprese con opere teatrali, letteratura e addirittura musicali, prestando la sua voce, ad esempio, ad un lavoro quale ”Appunti partigiani” prodotto dai Modena city rambles. Da anni era animatore della Comunita’ di San Benedetto al Porto, che ospita ragazzi in difficolta’. All’interno della parrocchia Canonica della Parrocchia della SS. Trinita’ e di San Benedetto, sede della Comunita’, don Gallo sceglieva spesso di concludere la messa intonando, insieme ai fedeli, il popolare canto partigiano ”Bella ciao”. Il sacerdote era stato anche tra gli animatori prima, e tra i difensori poi, del movimento dei giovani durante i drammatici giorni del G8 di Genova. Andrea Gallo, come lui stesso ha ricordato, fin da piccolo, ma dopo una esperienza partigiana nel secondo conflitto mondiale, si senti’ attratto dalla spiritualita’ dei salesiani di Giovanni Bosco, ed entro’ nel 1948 nel loro noviziato di Varazze, proseguendo poi a Roma gli studi liceali e filosofici. Nel 1953 chiese di partire per le missioni, e venne mandato in Brasile, a San Paolo, dove compi’ gli studi teologici. Venne ordinato sacerdote ad Ivrea il 1* luglio 1959. Nel 1964, per alcune incomprensioni, decise di lasciare la congregazione salesiana e chiese di incardinarsi nella diocesi genovese . Dopo vari scontri e incomprensioni con le autorita’ di Curia, don Gallo con un piccolo gruppo diede vita ad una comunita’ di base, la Comunita’ di San Benedetto al Porto. Da allora si e’ impegnato sempre di piu’ per la pace e nel recupero degli emarginati. Le sue condizioni si erano aggravate nelle ultime settimane e, a causa di problemi di tipo cardiaco e respiratorio, era stato ricorverato all’Ospedale San Martino di Genova, quindi il sacerdote aveva fatto ritorno nella sua comunita’ seguito da uno staff di medici-amici. L’ultima sua fatica letteraria e’ stata dedicata al nuovo Pontefice. Il libro, ”In cammino con Francesco” per le edizioni ”Chiarelettere ”, ci lascia i suoi ultimi pensieri sul futuro della Chiesa e le attese di almeno una parte dei credenti. ”Con l’elezione di Francesco tutto e’ possibile. – ha scritto con Gallo – I primi segnali sono di rottura con il passato e con un’idea di Chiesa arroccata e chiusa in se stessa. Le questioni che il nuovo papa dovra’ affrontare sono tante e gravi”. ”Si riuscira’ a dirottare la prua della nave di Pietro da una cristianita’ in dispersione e pesantemente attraversata dal male verso la comunione e la comunita’ dei discepoli, risalendo alle genuine fonti evangeliche? Nessuno puo’ nascondere la situazione drammatica: la nostra amata Chiesa e’ fredda e scostante e in questi ultimi anni ha perso credibilita’ rispetto a questioni fondamentali. Come ha affrontato lo scandalo degli abusi sessuali? Non sarebbe il momento di cambiare le modalita’ con cui vengono nominati i vescovi, prevedendo un maggiore coinvolgimento dei fedeli? Non si potrebbe mettere in discussione il celibato obbligatorio dei preti? Perche’ non considerare l’ordinazione femminile?”. Queste sono le domande, non certo semplici, che ci lascia. Gc/mau