Agricoltura: Cia, 50mila aziende a rischio chiusura nel 2013

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(askanews) – Roma, 15 mag – I bilanci delle aziende agricole sono”in rosso”. Nel 2013, senza immediati e straordinariinterventi a sostegno degli agricoltori, oltre 50 milaaziende possono chiudere i battenti (gia’ nel primo trimestrepiu’ di 13 mila sono uscite dal mercato) e piu’ di 2 milionidi ettari di terreni coltivati sono in grave pericolo. Nonsolo. Si potrebbero verificare un ”taglio” decisoall’occupazione e pesanti conseguenze anche del ”madeItaly”. E’ questo il pesante allarme lanciato dalla Confederazioneitaliana agricoltori (Cia) durante l’Assemblea nazionale deiGruppi di interesse economico (Gie) tenuta a Roma e conclusa- informa una nota – con l’intervento del presidenteconfederale, Giuseppe Politi. ”Negli ultimi dieci anni – ha detto il presidente Ciaintervendo ai lavori – circa 500 mila imprese agricole, inparticolare quelle che operavano in zone di montagna esvantaggiate, hanno chiuso i battenti. Solo nel 2012 piu’ di25 mila sono andate fuori mercato. Il rischio e’ che neiprossimi quattro anni, altre 250 mila aziende rischiano dicessare l’attivita”’. Dopo questa premessa Politi ha inviatoal nuovo governo ”un preciso appello: attendiamo un drasticocambio di marcia, una strategia veramente mirata allacrescita e alla competitivita’. Vogliamo che al totaledisinteresse si sostituiscano atti concreti”. Negli ultimi 12 anni – e’ stato rilevato nel corsodell’Assemblea dei Gie-Cia – i redditi delle aziende sonoscesi del 25%. La perdita di competitivita’ dell’agricolturae’ molto antecedente alla crisi economica, anche se, con ilcrollo della domanda e il blocco del credito, si e’fortemente acuita.

Sempre nello stesso periodo – si legge nel comunicato – laforbice tra i costi dei fattori e i prezzi dei prodottialimentari e’ mediamente aumentata del 20% a svantaggio degliagricoltori.

Questo in assenza di innovazione, significa ancora una voltaperdita di reddito. La confederazione calcola, inoltre, come fatto cento ilvalore di un prodotto agroalimentare sul banco di vendita,all’agricoltore va il 16-18%. Quindi, per i Gie-Cia ci sono precise priorita’:l’organizzazione della filiera, l’aggregazione del prodotto elo sviluppo di organismi e relazioni intersettoriali; piu’ricerca e diffusione dell’innovazione; una grande azione disemplificazione. com-stt