Crisi: Coldiretti, addio pesce in tavola, da -14% alici a -15% calamari

APR 9, 1276 -

(askanews) – Roma, 10 mag – Scompare nel 2013 il pesce frescodalle tavole degli italiani con un calo delle quantita’acquistate che raggiunge il 15 per cento per i calamari e il14 per cento per le alici, ma riduzioni si registrano ancheper i polpi (-10 per cento), le trote (-9 per cento), cozze(-6 per cento) merluzzi (-4 per cento) mentre a crescere sonosolo le triglie (+6 per cento). E’ quanto emerge da unaanalisi di Coldiretti Impresa-Pesca sugli effetti della crisisui consumi di pesce degli italiani sulla base dei dati Ismearelativi al primo trimestre del 2013, in occasione di slowfish. Complessivamente – sottolinea Coldiretti Impresa-Pesca- si e’ verificato un crollo delle quantita’ di pesce frescoacquistate dalle famiglie italiane del 5,1 per cento ancheper effetto del fatto che si e’ ridotto del 6 per cento ilnumero di famiglie che ha lo messo nel carrello della spesanel corso del trimestre. La crisi – continua ColdirettiImpresa-Pesca – fa scendere i consumi di pesce degli italianial di sotto dei limiti di guardia su valori stimati sotto i20 chili a testa all’anno, nettamente inferiori a quellidegli altri partner comunitari con sbocchi sul mare come ilPortogallo (oltre 60 chili di consumo pro capite annuo), laSpagna (49 chili a persona all’anno ) e la Francia (oltre 33chili a persona all’anno). Ad essere danneggiati non sonosoli i consumatori ma – sostiene Coldiretti Impresa-Pesca -anche i pescatori italiani che oltre alla riduzione degliacquisti devono affrontare il ritardo di oltre quattro mesinei pagamenti dei fondi alle imprese di pesca che hannoeffettuato il fermo biologico nel 2012 . il problema diquesti debiti dello Stato che rischia di affondare la flottaitaliana si somma – continua Coldiretti Impresa-Pesca – aquello della mancata erogazione della cassa integrazionestraordinaria ( Cig) ai marinai imbarcati sui pescherecci chehanno rispettato lo stop alle attivita’ di pesca nell’estatescorsa. Ad oggi non sono state liquidate piu’ del 20 percento delle imprese che hanno diritto al premio per il fermo.

In questa situazione di totale incertezza – sottolineaColdiretti Impresa Pesca – difficilmente si potra’ nuovamenteparlare e ragionare di fermo tecnico per l’anno 2013. Almomento e’ pensabile effettuare il fermo solo con la chiusuradelle aree di ripopolamento senza il blocco delleimbarcazioni, le quali non potranno piu’ sopportareprolungati periodi di inattivita’ se non debitamente etempestivamente sostenuti. Dovranno anche essere chiaritealcune strane situazioni verificatesi nei pagamenti del fermo2012 nello scorso mese di dicembre, dove compartimentimarittimi, che hanno concluso il fermo con anticipo su altri,si sono visti non pagare il premio alle imprese (e’ il casodel Friuli Venezia Giulia e dell’Emilia-Romagna), il tutto avantaggio e di compartimenti situati in seconda fascia. Unproblema che ha fortemente penalizzato i compartimenti delnord Adriatico. Fa eccezione la questione del compartimentodi Pescara il quale ha una situazione del tutto particolare.

Il settore resta in attesa di conoscere dall’amministrazionei tempi di appostamento delle risorse sui capitoli di spesa ele indicazioni circa l’evasione delle pratiche dello scorsoanno. L’amministrazione ha promesso lo sblocco delle sommedel fermo 2012 entro e non oltre il prossimo mese di giugno,per evitare tensioni che si potrebbero affacciare conl’appropinquarsi del nuovo fermo della flotta. La flottigliapeschereccia italiana – conclude Coldiretti Impresa Pesca -conta 13.500 imbarcazioni.

com/rus