Tumori: Genoma, le ”amicizie pericolose” della proteina NF-Y

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(askanews) – Roma, 6 mag – Effettuata la sequenza completa delgenoma umano, una delle sfide biologiche piu’ ambiziose restaquella di capire i meccanismi che ne determinano laregolazione – che avviene tramite le modificazioni”epigenetiche” della cromatina – nonche’ di comprendere lestrategie dei fattori di regolazione dell’espressione genicaa livello globale. Di questo si occupa l’ambizioso ProgettoENCODE, guidato dal National Genome Research Institute(Nhgri) e dallo European Bioinformatics Institute(Embl-Ebi).

Fra le proteine che regolano l’espressione genica c’e’NF-Y, il fattore trascrizionale studiato da molti anni nellaboratorio di Roberto Mantovani presso il Dipartimento diBioscienze dell’Universita’ degli Studi di Milano, non a casoincluso nelle analisi genomiche del Progetto ENCODE.

Dopo aver scoperto nel 2012 che NF-Y ha una funzionecruciale nel mantenimento della totipotenza delle cellulestaminali embrionali, ed avere in seguito identificato, nelgennaio del 2013, la struttura di NF Y ed il ruolodeterminante che la proteina svolge nella regolazioneepigenetica, ora il gruppo di Roberto Mantovani compie unnuovo importante passo in avanti, con uno studio svolto incollaborazione con Kevin Struhl dell’Universita’ di Harvarded ENCODE.

Lo studio, appena pubblicato su Genome Research, chiariscela strategia globale mediante cui NF-Y interviene nellaregolazione genomica, evidenziando, in particolare, dueaspetti ricchi di implicazioni. Il primo riguarda l’identificazione di un gruppo di”amici” stretti di NF-Y nelle strategie genomiche, ossiaproteine che entrano in contatto con il DNA nelle postazionipiu’ vicine a NF-Y. Molti di queste sono regolatori dellacrescita cellulare (FOS, MYC, E2F) e, nel caso di loroalterazioni genetiche, diventano veri e propri oncogeni. Il secondo punto riguarda la capacita’ di NF-Y dicontattare il DNA sia in zone in cui la cromatina e”’attiva”, sia in quelle dove e’ ”repressa”, un fatto rarotra i regolatori dell’espressione genica.

L’implicazione dell’insieme di queste due evidenze e’ cheNF-Y sarebbe un ”pioniere” epigenetico, permetterebbe cioe’ai fattori che stimolano la trasformazione tumorale l’accessoa zone cromatiniche ”protette”, vietate nelle cellulenormali. Cio’ spiegherebbe anche perche’ NF-Y e i suoi ”amici”vengano intercettati vicino ai geni la cui espressione e’presente solo, o aumentata rispetto alla norma, in caso dicancro. Poiche’ la struttura di NF-Y e di molte di queste proteine”amiche” e’ nota, spiegano i ricercatori, si puo’ oraimmaginare di individuare composti/farmaci, in grado disepararle, almeno parzialmente, intervenendo cosi’ a frenarnela sinergia nel processo di sviluppo tumorale.

red/mpd