Medicina: premio internazionale a ‘papa” italiano Aspirina a basse dosi

96 2, 1271 -

(askanews) – Roma, 26 apr – Milioni di vite salvate nel mondo incirca 30 anni, molte migliaia di vite salvate ogni anno nelnostro Paese e decine di migliaia di eventi cardiovascolarinon fatali evitati: e’ questo l’ingente risultato messo asegno dai ”papa”’ dell’aspirina a basse dosi usata nellaprevenzione di infarto e ictus ischemico, il farmacologoitaliano Carlo Patrono, Direttore dell’Istituto diFarmacologia della Facolta’ di Medicina ”A. Gemelli”dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma, nonche’Accademico dei Lincei, e il farmacologo irlandese GarretFitzGerald, Chairman del Dipartimento di Farmacologia dellaPerelman School of Medicine della University of Pennsylvaniaa Philadelphia.

I due farmacologi sono stati insigniti del premio piu’prestigioso al mondo per la ricerca cardiovascolare: il GrandPrix Scientifique 2013 dell’Institut de France FondationLefoulon-Delalande, assegnato da un Comitato Scientificointernazionale composto da 14 membri, di cui oggi da’ notiziala prestigiosa rivista Science. Il premio, dell’ammontare di 500 mila euro, attribuisceloro, appunto, la ”paternita”’ dell’aspirina a basse dosicome farmaco antitrombotico (ovvero che contrasta laformazione di pericolosi trombi nelle arterie). ”Unapaternita’ della quale – spiega il professor Patrono – io eGarret condividiamo il coraggio iniziale e la responsabilita’da oltre 30 anni”.

L’alta onorificenza sara’ consegnata a Parigi il 5 giugnonella sede dell’Institut de France.

A Patrono e FitzGerald va il merito di aver compreso l’azionepro-trombotica di alcune prostaglandine, piccole molecole dinatura lipidica prodotte dal nostro organismo, e l’efficaciadelle basse dosi di aspirina nel contrastare selettivamentela loro produzione da parte delle piastrine del sangue,risparmiando la formazione di altre prostaglandine ad azioneprotettiva.

”Il nostro merito – commenta Patrono – e’ statoconcentrare le ricerche sul meccanismo d’azione dell’aspirina(l’inibizione della sintesi di prostaglandine), e svilupparemetodi innovativi (dosaggi radioimmunologici e spettrometriadi massa) per misurare gli effetti dell’aspirina sullaproduzione di queste sostanze nell’uomo, prima in soggettisani e poi in pazienti con patologia cardiovascolare,contribuendo a chiarire le circostanze in cui la formazionedi prostaglandine ad azione pro-trombotica e’ aumentata efornendo quindi il razionale per studi d’interventofarmacologico (trial clinici)”.

Oggi assunta solo in Italia da circa sei milioni dipersone, l’aspirina a basse dosi (acido acetilsalicilico indosi comprese tra 75 e 100 milligrammi da assumere una voltaal giorno) riduce la mortalita’ dei pazienti con infartoacuto del miocardio di circa un quarto, cioe’ nella stessamisura della trombolisi (la disostruzione del trombocoronarico con sostanze ad azione fibrinolitica quali lastreptochinasi).

”Un percorso analogo e’ stato compiuto, pochi anni dopo,per il trattamento acuto e la prevenzione secondariadell’ictus cerebrale di natura ischemica”, prosegue ilprofessor Patrono.

Ma l’aspirina non smettera’ di stupirci, la ricerca infatticontinua per caratterizzare ulteriormente questo salvavita:”le principali linee di ricerca che il mio Gruppo stasviluppando – rileva il professor Patrono – sonoessenzialmente due: una riguarda la personalizzazione dellaterapia anti-aggregante piastrinica, attraverso lo studio deideterminanti della variabilita’ interindividuale nellarisposta all’aspirina in alcune condizioni cliniche ad altorischio cardiovascolare, come ad esempio il diabete; laseconda linea di ricerca riguarda la caratterizzazione deimeccanismi attraverso i quali l’aspirina a basse dosi sembraesercitare un effetto protettivo nei confronti di alcunitumori (in particolare quelli intestinali, come dimostrato dauna serie di studi pubblicati nel corso degli ultimi 3 anni),compreso il possibile ruolo delle piastrine nelle fasiiniziali della trasformazione neoplastica a livellocolo-rettale”.

red/mpd