Farmaci: Oncologi Aiom, nel Lazio cure a rischio ma biosimilari risorsa

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(askanews) – Roma, 19 apr – Si’ all’utilizzo dei farmacibiosimilari ma il 70% degli oncologi chiede di decidere sullasostituibilita’. Lo evidenzia un sondaggio condottodall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) fra isoci del Lazio e presentato nel seminario ”Biosimilari daanticorpi monoclonali in oncologia”, a Roma al ReginaElena.

All’indagine, che si e’ chiusa il 16 aprile, hannorisposto circa 150 oncologi su un totale di poco piu’ di300.

Per l’82% degli specialisti intervistati, i tagli allasanita’ nella Regione pesano sulla capacita’ di curare almeglio i pazienti. E per il 52% la prossima introduzione deibiosimilari di anticorpi monoclonali puo’ favorire ilcontenimento dei costi e liberare risorse, anche se il 40%ritiene sia piu’ utile cercare margini di risparmio in altrevoci di spesa. Il livello di conoscenza dei biosimilari,prodotti simili ma non uguali ai piu’ complessi farmacioriginali biotecnologici, nel Lazio e’ superiore rispettoalla media nazionale: il 61% degli specialisti da’ unadefinizione corretta di questi prodotti (vs 24%). Conparticolare attenzione al problema dell’efficacia e dellasicurezza. Infatti per il 70% dei clinici la decisione sullasostituibilita’ tra biologico e biosimilare deve essere diesclusiva competenza dell’oncologo. Nel Lazio ogni anno i tumori fanno registrare 26000 nuovediagnosi e circa 11.400 decessi (stime 2010). ”I biosimilarisono entrati nella pratica clinica, in particolare leeritropoietine e gli ormoni della crescita – spiega StefanoCascinu, presidente AIOM -. Attualmente le molecole incommercio sono quattro e nei prossimi anni sarannodisponibili anche i biosimilari di anticorpi monoclonali. Permigliorare il livello di conoscenza degli specialisti abbiamoorganizzato corsi itineranti in 9 Regioni. E con ilquestionario abbiamo voluto cogliere il livello di conoscenzadegli oncologi del Lazio sul tema, per capire quali siano idubbi e le problematiche legate all’introduzione di questiprodotti”.

Per il 39% degli oncologi laziali i problemi piu’importanti legati all’uso dei biosimilari derivano dal fattoche possono funzionare in maniera differente rispettoall’originatore, anche se per il 22% non emergono criticita’nel loro utilizzo. Nel Lazio ben il 92% degli specialisti utilizza i farmacibiotech e il 39% ritiene che i biosimilari, nei pazienti maitrattati prima, se disponibili a un prezzo inferiore rispettoall’originatore, debbano essere preferiti. red/mpd