Energia: Legambiente, consumi piu’ bassi dal 2000. Ma alte le emissioni

DIC 7, 1268 -

(askanews) – Roma, 16 apr – Complice la crisi, nel 2012 sonocontinuati a scendere in Italia i consumi energetici a valoriinferiori a quelli del 2000, anche se l’Italia rimane ilquarto paese europeo per emissioni dopo Germania, Regno Unitoe Francia.

Lo attesta il rapporto ‘Ambiente Italia 2013’ presentatooggi a Roma – come informa una nota dal presidente diLegambiente, Vittorio Cogliati Dezza, e dal vicepresidente,Edoardo Zanchini.

La crisi economica e le condizioni meteorologiche sonoimportanti fattori della riduzione dei consumi energetici, mala riduzione e’ anche il segno dell’introduzione di misure diefficienza energetica, nonstante il petrolio resti ancora laprincipale fonte (37,5%), essenzialmente per gli usi comecarburante. Il 35% dei consumi derivano dall’impiego di gas naturalementre il 13,3% e’ dato dalle rinnovabili e il 9% dall’uso dicarbone. Nel bilancio energetico nazionale cresce laproduzione da fonti rinnovabili, quasi raddoppiata rispetto a10 anni fa.

Nella produzione elettrica nazionale, al 2012 le fontirinnovabili valgono per il 28% della produzione e sono ancorain rapidissima crescita la produzione eolica (+34%) e quellafotovoltaica (+72%). Nel 2011 le emissioni di CO2eq sono stimate a 490 milionidi tonnellate, circa il 5% in meno del livello 1990. Le riduzioni piu’ consistenti si registrano per queicomposti di cui e’ stato eliminato o fortemente ridottol’utilizzo (come il piombo o l’anidride solforosa) o per cuisono state imposte specifiche misure di controllo edepurazione. Di gran lunga meno efficaci i risultati sulle emissionipolveri sottili – particolarmente rilevanti sotto il profilosanitario – che si sono ridotte su scala europea del 26% (del17% in Italia) sul periodo 1990-2010, ma sono cresciute nel2010 rispetto al 2009 (sia nella Ue sia in Italia). La riduzione delle emissioni di metalli pesanti, in alcunicasi altamente tossici e cancerogeni, e’ stata rilevante suscala europea, ma molto piu’ bassa in Italia. Anche per gliinquinanti organici persistenti, come i Pcb o le diossine, leriduzioni conseguite in Italia sono state meno ampie rispettoa quelle medie europee.

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