Universita’: Rapporto Sussidiarieta’, in Italia scarsa mobilita’ sociale

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(askanews) – Milano, 12 apr – L’Italia si conferma un Paesecaratterizzato dalla scarsa mobilita’ sociale.

La fotografia scattata sui giovani laureati italiani dalRapporto sulla sussidiarieta’ (l’indagine condottaannualmente dalla Fondazione per la Sussidiarieta’ in collaborazione con il Dipartimento di Sociologiadell’Universita’ Cattolica e con il Consorziointeruniversitario AlmaLaurea) non lascia spazio a dubbi: igiovani universitari appartenenti alle classi dirigenti hannoprobabilita’ molto piu’ elevate di altri di arrivareall’universita’ e soprattutto di terminarla. In terminicomparativi si puo’ dire che i laureati di ‘upper class’hanno una probabilita’ di terminare gli studi universitaripari a 3,4 volte in piu’ rispetto agli appartenenti ai cetipopolari, a 2,8 volte in piu’ rispetto ai membri dei cetiimpiegatizi, a 2,2 volte in piu’ rispetto ai membri dei cetiautonomi. L’origine sociale non incide solo sul conseguimento dellalaurea ma, e in misura ancor piu’ elevata, sul tipo di laureae percio’ sulle future chances occupazionali. Un processo inparte legato alla elevata trasmissione ereditaria di alcuneprofessioni e in parte dovuto alla possibilita’ diintraprendere lauree piu’ impegnative da parte di chi disponedi maggiori risorse economiche. E anche sotto il profiloeconomico i risultati migliori sono stati raggiunti dagliappartenenti ai ceti medi e alti.

Il rapporto sulla sussidiarieta’ sfata infine il mito deigiovani italiani come generazione ‘choosy’: il 53% deineolaureati e’ infatti disponibile a trasferire la propriaresidenza in altra citta’ o paese e a svolgere lunghitrasferimenti tra casa e lavoro. In questo contesto, siregistrano punte superiori alla media tra gli uomini (63%),tra gli ingegneri (60%), tra i residenti al Centro-Sud (60%)(che fa segnare 10 punti percentuali in piu’ rispetto alNord), tra gli autonomi e i lavoratori non standard (60%). Masono tutti sacrifici che alla fine si impattano positivamentesulla busta paga: il rapporto evidenzia infatti che chi siadatta di piu’ guadagna quasi 100 euro al mese in piu’ deglialtri.

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