L’Aquila: dolore, sconforto, palloncini. In 12 mila a fiaccolata memoria

89 9, 1264 -

(askanews) – L’Aquila, 6 apr – Il dolore e’ quello di tutti igiorni. Opprimente e devastante. La condivisione del doloree’ quella di ogni anno, nella notte tra il 5 e il 6 aprile.

Discreta e confortante. E’ da quattro anni ormai che gliaquilani si ritrovano nella fiaccolata della memoria. Nessunovuole, e puo’, dimenticare la distruzione, la sofferenza, levite spezzate dalla furia di un terremoto che non ha guardatoin faccia nessuno e men che meno i giovani. Molti dei quali,grazie a Dio, salvati dalla felice intuizione di anticiparealtrove le vacanze pasquali. Occhi che si cercano. Tutticonoscono chi ha avuto un lutto piu’ prossimo. L’Aquila e’sempre stata cosi’, una grande famiglia dalle spalle larghe.

Non servono parole per dire cio’ che prova il cuore. Inmigliaia (circa dodicimila) ieri sera si sono datiappuntamento all’inizio di via XX Settembre, dov’era ilpalazzo di Giustizia. Per la prima volta si e’ partiti dala’, anziche’ dal lato opposto del centro (fontana Luminosa)perche’, in fondo, quella strada racchiude tutto il sensodella tragedia. La distruzione, l’abbandono, il vuoto, ilsenso d’impotenza. L’anno passato il corteo aveva contatodiecimila persone, meno dei precedenti. Quest’anno, complicequalche ”aggiustamento” di orario ed itinerario, lafiaccolata e’ stata piu’ partecipata. Aquilani, ovviamente,ma anche tanta gente di fuori che ha voluto testimoniare lapropria solidarieta’ per una tragedia senza fine. Gentecomune che prova a sopravvivere alla crisi, alla mancanza dilavoro, al buio del futuro, all’oblio. C’era il ministro per la Coesione territoriale, FabrizioBarca, ”inviato speciale” di Monti per la Ricostruzione.

Nel pomeriggio il Ministro aveva avuto parole rassicurantisulle disponibilita’ finanziarie. C’erano rappresentantidelle istituzioni locali (il sindaco Massimo Cialente, ilpresidente della Regione, Gianni Chiodi, il presidente dellaProvincia, Antonio Del Corvo, l’assessore comunale e neosenatrice Stefania Pezzopane) e della politica.

Anche un gruppo di parlamentari 5 Stelle – guidato dalcapogruppo al Senato, Vito Crimi e dalla senatrice aquilanaEnza Blundo – ha voluto essere presente. Direttamente daFiumicino, location del ”misterioso” vertice con BeppeGrillo. Ma, come aveva esortato il presidente del Consiglioregionale d’Abruzzo, Nazario Pagano, non era ne’ il tempo ne’il luogo per i protagonismi. Il lungo serpentone umano hasostato commosso davanti a quella che fu la Casa dellostudente, ora solo una fredda voragine, che ha inghiottitosogni, speranze, futuro ad otto giovani universitari. Poi dinuovo in cammino verso piazza Duomo con le toccanti note delRequiem di Verdi. Il vescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinariha celebrato messa (non lesinando stoccate allo stallo e allamancanza di soldi) ed il vescovo ausiliare, Giovanni D’Ercoleha accompagnato la veglia di preghiera fino alle 3:32, quando309 rintocchi di campane hanno fatto volare alto il nome dichi non c’e’ piu’, strappato alla vita da una maledettascossa di 22 secondi. Palloncini bianchi liberati in cielo etante promesse rinnovate. Ognuno nel proprio cuore e nellapropria coscienza. Promesse per verita’ e giustizia; promesseper un impegno di rinascita della citta’, per nonabbandonarla e per non abbandonarsi. Oggi e’ gia’ tempo diconcretezza. C’e’ il presidente del Senato, Pietro Grasso.

Forse gli amministratori locali proveranno a spiegare i tanti”perche”’ di una ricostruzione che non c’e’. C’e’ unacelebrazione liturgica di suffragio e di certo Molinaridall’altare non fara’ mancare le sue riflessioni, non solo dicarattere spirituale. Se n’e’ andato un altro annoall’Aquila.

Doveva essere quello della svolta, secondo Del Corvo. None’ stato cosi’. Un’altra commemorazione da archiviare. Imedia nazionali hanno riacceso per due giorni i riflettorisulla citta’. Da domani, purtroppo, gli aquilani saranno dinuovo soli. iso/mau