Salute: 1 anziano su 3 a rischio frattura. Femore, 94mila ricoveri/anno

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(askanews) – Roma, 15 mar – Un anziano su tre rischia di cadere efratturarsi. Considerando che nei prossimi 50 anni nel mondosi passera’ dai 600 milioni di anziani a 50 miliardi – con laconseguenza di dover fare i conti con una serie di patologietipiche di questa eta’ fra le quali la frattura di femoresara’ sempre piu’ diffusa – si assistera’ ad un incrementoesponenziale di interventi di protesi di anca dopo unacaduta. Con una tipologia specifica di paziente che fara’numeri molto significativi: il grande anziano fratturato. Se ne e’ discusso a Roma nel corso del convegno ‘Chirurgiaprotesica dell’anca nel grande anziano, approcciomultidisciplinare’, nell’Aula Magna dell’OspedaleForlanini.

Le fratture di femore nel paziente anziano costituisconoun importante problema sanitario con dimensioni imponenti:ogni anno in Europa si registrano circa 500.000 nuovi casi.

In Italia, ogni anno, si contano 94.000 ricoveri solo tra gliover 65 e in quasi otto casi su dieci (78%) si tratta didonne.

”La causa principale e’ l’osteoporosi, malattia checomporta una alterazione della micro architettura delle ossa- afferma Sandro Rossetti, Ortopedico, Primario del repartodi Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Camillo diRoma e presidente del convegno – il risultato e’ una elevatafragilita’ in seguito alla quale anche un trauma di lieveentita’ puo’ comportare una frattura che richiede unintervento chirurgico. Gli anziani si fratturano il femorenella maggior parte dei casi perche’ rimangono vittime dicadute soprattutto nelle loro abitazioni”. Secondo le recenti linee guida internazionali l’interventochirurgico per una frattura di femore deve essere effettuato,compatibilmente con le condizioni generali del paziente,entro le 24/48 ore e a seconda della tipologia del trauma siprevede l’applicazione di una placca o di un chiodo oppure diuna protesi. ”La sostituzione protesica dell’anca e’ una procedura disuccesso che apporta un notevole miglioramento della qualita’della vita – aggiunge Marco Cianfanelli, ortopedicodell’azienda ospedaliera San Camillo – Forlanini – , manonostante i progressi delle tecniche chirurgiche e dellaprogettazione degli impianti non e’ scevra da fallimenti cheattualmente si presentano con una percentuale variabile dal3% al 18%. Questo comporta un intervento chirurgico direvisione della protesi il cui numero inevitabilmenteaumentera’ dato il progressivo incremento dei primiimpianti”. red/mpd