Salute: Oncologi Aiom, tagli pesano su qualita’ cure

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(askanews) – Milano, 13 mar – Il 92% degli oncologi italianiutilizza farmaci biotecnologici per i propri pazienti, masolo il 24% da’ una definizione corretta dei biosimilari,farmaci simili ma non uguali agli originali biotech. L’arrivonei prossimi anni dei biosimilari di anticorpi monoclonali(mAb) utilizzati in oncologia puo’ porre interrogativi sullaloro efficacia e sicurezza per i pazienti. Per l’84% deiclinici la decisione sulla sostituibilita’ tra biologico ebiosimilare deve essere di esclusiva competenzadell’oncologo. Sempre molto sentito il tema dei tagli allaspesa sanitaria, che per otto specialisti su 10 pesano sullacapacita’ di curare al meglio i pazienti. Il 52% deglioncologi ritiene che i biosimilari possano favorire ilcontenimento dei costi, anche se per il 39% e’ piu’ utilecercare i margini di risparmio in altre voci di spesa. I datiemergono dal sondaggio condotto dall’Associazione Italiana diOncologia Medica (AIOM) fra i propri soci e presentato in unincontro a Milano. All’indagine, che si e’ chiusa l’11 marzo,hanno risposto 508 medici. L’attenzione al problema della sicurezza e’ molto alta,infatti il 65% ritiene che i biosimilari di anticorpimonoclonali siano piu’ complessi di quelli attualmentedisponibili, richiedano processi di vigilanza piu’ accurati eappositi registri e studi clinici con endpoint validati.

Resta pero’ il problema della mancanza di una legge cheregoli la materia. ”Le associazioni dei pazienti – affermaFrancesco De Lorenzo, presidente FAVO (Federazione Italianadelle Associazioni di Volontariato in Oncologia) – hannosondato i malati con questionari da cui e’ emerso che il lorolivello di conoscenza sui biosimilari e’ ancora basso.

L’informazione assume dunque un ruolo chiave. Per il 62% degli oncologi le maggiori criticita’ legateall’uso dei biosimilari derivano dal fatto che possonofunzionare in maniera differente rispetto al farmacooriginatore. Per quanto riguarda i biosimilari attualmentedisponibili, nessuna norma sancisce il divieto esplicito disostituzione, previsto invece in altri Paesi europei. Pero’l’AIFA non ha inserito alcun biosimilare nelle liste ditrasparenza, bloccando, di fatto, la possibilita’ disostituzione da parte del farmacista. Quindi questi prodottinon possono ritenersi automaticamente intercambiabili con glioriginatori e la possibilita’ di utilizzarli al posto deimedicinali di riferimento e’ da ricondurre alla sceltaterapeutica del medico. La posizione dell’AIOM sui biosimilari gia’ a disposizionee’ molto chiara ed e’ stata ribadita in un documentodepositato presso la Commissione Igiene e Sanita’ del Senatonel novembre 2010. ”Il medico e’ legalmente responsabile dicio’ che prescrive: pertanto puo’ indicare il biosimilareoppure l’originatore – spiega il presidente, Stefano Cascinu-. I nuovi pazienti possono essere trattati con unbiosimilare, mentre per quelli gia’ in cura con l’originatoreandrebbe garantita la continuita’ terapeutica”. red/mpd