Auto: a Torino in mostra le vetture dell’Avvocato. Lapo, fu innovatore

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(askanews) – Torino, 12 mar – Ad accogliere il pubblico c’e’un’automobilina giocattolo, una Bugatti di metallo blu, lungapoco piu’ di un metro. Arriva dagli anni dell’infanziadell’Avvocato, ed e’ anche scolpita in quella di suo nipoteLapo, che avrebbe voluto tenerla per se’. Ma nel grandesalone espositivo ci sono tutte: le auto dell’Avvocato, chee’ anche il titolo della mostra che si apre oggi al Museodell’automobile di Torino proprio nel giorno in cui GianniAgnelli avrebbe compiuto 92 anni. Una passerella di unaventina di automobili che hanno accompagnato la vita delpresidente Fiat scomparso dieci anni fa. ”La mia preferita? – dice Lapo Elkann, presidente diIndependent Ideas che ha voluto questa mostra assieme alpresidente del Museo Benedetto Camerana e al direttoreRodolfo Gaffino -. La mia preferita’ sono tre: la Panda Mare,essenziale nelle sue linee, semplice, aperta, essenziale,mitica. La Lancia Delta spider Integrale, un’auto che hafatto la storia dei rally, e della Lancia. E poi la Ferrari360 Barchetta, un esemplare unico” realizzata in un solomodello, esempio storico di tailor made, di prodottosartoriale. Un argomento, che Lapo dimostra di avere a cuoree che e’ anche una vera e propria area tematica dellaesposizione. Ma c’e’ naturalmente anche l’auto preferita dall’avvocato,la 125, ”elegante e discreta”, osserva Lapo. ”Mio nonno -racconta – aveva un gusto sobrio e raffinato, si e’contraddistinto per lo stile, un po’ understatement rispettoal mio, ma prima di tutto era attratto dalla novita’ , avevauna curiosita’ costante per le specifiche tecniche delle autoche venivano prodotte. Amava l’innovazione, voleva saperetutto quello che c’era di nuovo e tra il nuovo cio’ chepoteva migliorare l’auto, in termini di sicurezza, divelocita’, di prodotto completo e avvincente”. In questa mostra che restera’ aperta fino al 2 giugno LapoElkann fa da anfitrione, si ferma a lungo davanti a una 130station wagon che fa il verso alle giardinette americanedegli anni 70, con un cesto di vimini sul tetto, portabagaglinaif, che serviva al patriarca della Fiat soltanto perportare gli sci dalle piste a casa: con venature di legnolungo i bordi che ricordano, segno del destino, la GrandWagoneer della Jeep. ”Mio nonno aveva piu’ marchi, ma quello che gli stavapiu’ a cuore e che voleva portare vicino a se’ era quelloFiat. La sua Croma era Fiat, anche se aveva un motore Alfa ecambio elettroattuato”.

Macchine personalizzate, con specifiche particolari,spiega Lapo, con interni spesso blu, assieme al grigio unodei colori preferiti dell’Avvocato, con specifiche tecnicheda adattare all’uso di un solo piede. Quale macchina del dopoAvvocato sarebbe degna di entrare in questa esposizione? Lapodiplomaticamente si sottrae, ogni auto e’ figlia del suotempo, si limita a dire e quello e’ stato il tempodell’Avvocato che ha rappresentato ”Una giusta lezione dibuon gusto e di saper fare”. Guidava l’Avvocato, amava stare al volante e se loconcedeva quasi sempre. ”Michele D’Aloia, l’autista – dicesorridendo Lapo – serviva soprattuto per conversare, e perparcheggiare eventualmente, l’auto mio nonno gliela facevaguidare soltanto in qualche occasione ufficialeirrinunciabile”. E andava veloce. ”Era spericolato -ammette Lapo – ma sapeva guidare molto bene e per me bambinoera soprattutto divertimento”. eg/mau