Istat: in un anno 2,5 mln di italiani piombati in rischio poverta’

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(askanews) – Roma, 11 mar – In termini assoluti, dal 2008 adoggi, il numero di italiani poveri e’ rimasto sostanzialmentestabile, ma sono nettamente aumentati, soprattutto a Sud,quanti iniziano a cedere sotto il peso della crisi,ritrovandosi in stato di ”grave deprivazione” e, pertanto,a ”rischio di poverta”’. In un solo anno, infatti, 2,5milioni di italiani sono piombati in una situazione di gravedifficolta’, passando dai 4,2 milioni del 2010, il 6,9% dellapopolazione, ai 6,7 milioni del 2011, l’11,1% del totale: unoscarto di 4,2 punti percentuali. Lo attesta il Bes, nuovoindice di ‘Benessere equo e sostenibile’ da affiancare alPil, coniato da Istat e Cnel e presentato oggi a Montecitorioalla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

Statisticamente si entra in stato di grave deprivazionequando si manifestano quattro o piu’ sintomi di disagioeconomico su un elenco di nove: dall’impossibilita’ diaffrontare spese impreviste, a non poter permettersi unavacanza, fino a risparmiare sul riscaldamento di casa.

Rispetto al dato nazionale, quello del Mezzogiorno e’ ancorapiu’ allarmante, con un balzo di sette punti percentualidell’indice di deprivazione registrato tra il 12,1% del 2010e il 19,3% del 2011. Al quinto anno di crisi il rischio poverta’ inizia amanifestarsi non solo nelle fasce di popolazione piu’disagiate, ma anche in ”chi, nel 2010, aveva livelli direddito prossimi, se non leggermente superiori, allamedia”.

Il Bes ne deduce che ”per un numero crescente di famigliegli amortizzatori sociali e la solidarieta’ familiare nonsono stati sufficienti a compensare gli effetti dell’erosionedel reddito disponibile sul tenore di vita degli italiani. Alle difficolta’ oggettive si aggiunge, inoltre, lapercezione, ad esempio, ”di non potersi permettere un pastodi adeguato di carne, pesce o equivalenti ogni due giorni”,afferma il rapporto Bes 2013.

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