Clima: Edo Ronchi, bene Italia su emissioni. Ora puntare a target 2020

AGO 3, 1249 -

(askanews) – Roma, 15 feb – ”Senza la crescita dellerinnovabili e dell’efficienza energetica l’Italia pagherebbeoggi una fattura energetica ben piu’ salata”.Commenta cosi’,Edo Ronchi, ex ministro dell’Ambiente e presidente dellaFondazione per lo Sviluppo Sostenibile, il Rapporto dellaFondazione che ha dimostrato come il nostro Paese abbiacentrato, anzi superato, gli obiettivi di riduzione delleemissioni di gas dannosi, fissati dal Protocollo di Kyoto. ”Quindici anni fa, quando fu firmato il Protocollo diKyoto – ha osservato oggi illustrando il Rapporto – in Italiac’era una forte divisione fra chi sosteneva che non fossenecessario e avrebbe comportato solo costi rilevanti e chiriteneva che fosse necessario ridurre le emissioni di gasserra e che questo impegno avrebbe prodotto opportunita’largamente prevalenti e non solo ambientali. Facendo oggi,molti anni dopo, un bilancio, si puo’ dire che le analisi delpartito del ‘Protocollo, costo elevato non necessario’, eranocompletamente sbagliate sia dal punto dal vista economico (sie’ raggiunto l’obiettivo senza costi insostenibili), siaambientale (i gas serra, ormai sono tutti d’accordo, sonoalla base della grave crisi climatica)”.

Il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo e’ ilfrutto non solo di politiche e misure di settore, come quellesugli incentivi alle fonti rinnovabili e agli interventi diefficientamento negli edifici, ma anche di un piu’ ampioprocesso di ”dematerializzazione dell’economia” in corso,guidato dalla diffusione di prodotti e servizi a minoreintensita’ di consumo di risorse ed energia, come anche acomportamenti individuali piu’ sensibili ai temi della tutelaambientale e del risparmio. Come sara’ possibile quindi raggiungere il necessariorisultato consistente di riduzione delle emissioni mondiali?”Non con il Protocollo di Kyoto che – evidenzia il Rapporto- ha ormai chiuso la sua storia. Non sono convincenti itentativi di tenerlo formalmente in vita da parte di ungruppo di Paesi che, dopo ulteriori defezioni (compresoquello che ha dato il nome al Protocollo, il Giappone),rappresentano solo il 15% delle emissioni mondiali”.

L’Italia ”deve guardare agli impegni che verranno, acominciare da quelli fissati dall’Europa al 2020”, masecondo la Fondazione bisogna spingersi ancora oltre: ”perincrementare il proprio contributo alla lotta ai cambiamenticlimatici e diventare protagonista della crescita della greeneconomy in Europa e nel mondo, l’Italia dovra’ allinearsialle indicazioni della Roadmap 2050 presentata dallaCommissione europea”. Secondo l’analisi del Rapporto cio’significhera’ ridurre le attuali 465/470 MtCO2eq a 440 nel2020 e a 370 entro il 2030. ”Obiettivi ambiziosi – ha dettoRonchi – ma non impossibili. Se l’Italia prosegue su questotrend, infatti, puo’ anche superare gli obiettivi europeifissati per il 2020”. A riprova del fatto, ha chiosato,”che la politica ambientale puo’ essere piu’ lungimirantedella politica economica”.

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