Tumori: team ricerca internazionale, ecco il virus che li uccide

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(askanews) – Roma, 11 feb – Uno studio clinico rivoluzionario,pubblicato sulla prestigiosa rivista ”Nature Medicine” ,apre nuovi orizzonti nella lotta contro i tumori. Una taskforce internazionale di ricercatori – di cui ha fatto parteanche Riccardo Lencioni, docente di Diagnostica per immaginie Radioterapia all’Universita’ di Pisa – ha dimostrato, perla prima volta, come l’impiego di uno speciale virus miratocontro il tumore possa arrestare la crescita neoplastica,migliorando in modo significativo la sopravvivenza deipazienti. ”L’idea era quella che le cellule neoplastiche,tanto aggressive nei confronti dell’organismo, fosseroimpreparate a reagire di fronte all’attacco del virus” ,spiega Lencioni. Nello studio, di tipo randomizzato, sono stati arruolatitrenta pazienti con tumore avanzato e inoperabile del fegato,per i quali l’aspettativa di vita e’ limitata a pochi mesi. Ipazienti, che si trovavano in centri americani e asiatici,sono stati trattati iniettando il virus oncolitico JX-594 adue diversi dosaggi. I dati hanno dimostrato sia un’efficacereplicazione del virus all’interno delle cellule tumorali,con conseguente distruzione delle stesse, sia l’induzione diuna reazione immunitaria generalizzata specifica contro iltumore. I pazienti cui sono state somministrate alte dosi divirus hanno fatto registrare una sopravvivenza mediana di14,1 mesi, piu’ che doppia rispetto ai 6,7 mesi del gruppo dicontrollo trattato con basse dosi. E’ degno di nota il fattoche la somministrazione di alte dosi di virus non abbiacausato alcun significativo incremento degli effettiindesiderati. ”Questa terapia, al contrario di moltitrattamenti chemioterapici, e’ risultata ben tollerata daipazienti: nella grande maggioranza dei casi, gli effetticollaterali si sono limitati a una sintomatologia di tipoinfluenzale della durata di 1-2 giorni”,sottolineaLencioni.

L’iniezione del virus viene praticata mediante una sottileago-cannula posizionata all’interno del tumore sotto la guidadi metodiche radiologiche. La procedura e’ simile aun’ago-biopsia e non necessita di anestesia generale. ”Perla prima volta, un trattamento locale mini-invasivo dimostraefficacia non soltanto sul tumore bersaglio, ma sull’interoorganismo, grazie alla reazione immunitaria che viene indottacontro tutte le cellule neoplastiche, incluse quellemetastatiche, sottolinea Lencioni, che tiene pero’ aprecisare: ”si tratta di uno studio pilota, che ha posto lebasi per sviluppare un nuovo importante capitolo di ricercanella lotta contro il cancro. Prima che il trattamento convirus oncolitico sia disponibile per l’uso clinico, e’necessario che i risultati, per quanto promettenti, sianoconfermati da una sperimentazione su larga scala”.

red/mpd