Sanita’: Indagine, italiani sempre piu’ anziani e poco attenti a salute

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(askanews) – Roma, 5 feb – Popolazione sempre piu’ vecchia inItalia e incline a non abbandonare comportamenti a rischioper la salute come il fumo, l’alcol, l’eccesso di peso, lascarsa attivita’ fisica. Lo rileva il Country Report Italia2013, il documento di studio ed analisi dello stato di salutedegli italiani, condotto dall’Associazione di iniziativaParlamentare e legislativa per la Salute e la Prevenzione,presieduta dal Senatore Antonio Tomassini, in collaborazionecon l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle RegioniItaliane dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma,diretta da Walter Ricciardi.

In particolare, i dati confermano la forte tendenzaall’invecchiamento nel nostro Paese e, al contempo, livellidi fecondita’ totali tra i piu’ contenuti tra i paesieuropei. A livello nazionale, si registra la presenza di unapersona di 65 anni ed oltre, ogni cinque residenti e pocopiu’ di una persona over 75 ogni dieci. Nel 2009, il Tasso difecondita’ totale (Tft) presenta un valore inferiore allivello di sostituzione (circa 2,1 figli per donna). Il Tfte’ passato da 1,42 del 2008 a 1,41 del 2009 e le prime stimerispetto al 2010 sembrano confermare questo trend negativo.

La popolazione risulta ancora caratterizzata dacomportamenti fortemente a rischio che necessitano diinterventi correttivi: nel 2010, la quota di fumatori tra lapopolazione di 14 anni ed oltre e’ pari a 22,8%. Lenta, ma incostante crescita, nel periodo 2001-2010, e’ la prevalenza dipersone che hanno smesso di fumare (20,2% vs 23,4%).

Quanto all’alcol, la prevalenza di consumatori a rischionegli adulti (19-64 anni) presenta un notevole svantaggiomaschile (20,5% vs 5,3%) ed i consumi maggiori si registranosoprattutto nelle regioni settentrionali. Si conferma un aumento progressivo negli anni (anni2001-2010) di persone in sovrappeso 33,9% vs 35,6%; obesita’8,5% vs 10,3%. In generale, la quota di popolazione incondizione di sovrappeso o di obesita’ cresce con l’aumentaredell’eta’ per poi diminuire lievemente negli anziani erisulta piu’ diffusa tra gli uomini. Tra le malattie croniche, il diabete resta una delleprincipali cause di morbilita’ e mortalita’ nel nostro Paesee puo’ essere ritenuto a tutti gli effetti una malattiasociale: secondo i dati dell’Annuario Statistico Italiano(edizione 2010) dell’Istituto Nazionale di Statistica, nesoffre il 4,9% degli italiani, pari a circa 2 milioni 960mila persone. Sul fronte delle patologie cardio ecerebrovascolari, circa il 90% degli eventi ha causeambientali note, eliminabili e modificabili semplicementeattraverso l’assunzione di corretti stili di vita. Allarmanteil dato secondo cui, nel nostro Paese circa un terzo deipazienti con infarto non viene trattato con terapiariperfusiva perche’ giunge troppo tardi in ospedale.

Situazione ancora piu’ drammatica per i pazienti affetti daictus. I tumori sono la seconda causa di morte dopo lemalattie cardiocircolatorie, ma migliorano le percentuali diguarigione: il 61% delle donne ed il 52% degli uomini. Unasopravvivenza particolarmente elevata si registra per itumori piu’ frequenti come quello alla mammella (87%) ed allaprostata (88%). Grazie anche a una piu’ alta adesione allecampagne di screening che consentono di individuare lamalattia in uno stadio iniziale, oltre che alla maggioreefficacia delle terapie.

red/mpd