(askanews) – Roma, 31 gen – ”Non e’ pensabile che un’azienda ditrasporto pubblico informi in tutta fretta i cittadini-utentiutilizzando Facebook e Twitter. Questo mi ha stupito molto”.
Roberto Alesse, presidente dell’Autorita’ di garanzia sugliscioperi nei servizi pubblici essenziali, in un’intervista a’Il Mattino’, interviene cosi’ sulla vicenda degli autobusbloccati a Napoli per mancanza di carburante.
I cittadini napoletani, per Alesse, per quanto riguarda lamobilita’ sono piu’ tartassati che altrove perche’ ”su diloro si riversano gli effetti di tre blocchi del servizio permotivazioni diverse. Ci sono gli scioperi da astensioniproclamate dai sindaci nazionali, poi le astensioniimprovvise a livello locale per vertenze specifiche. Infine,quest’ultimo e incredibile caso di blocchi per mancanza dicarburante”.
Il fermo degli autobus di ieri pero’ non puo’ definirsicome una forma di astensione, spiega Alesse, ”si tratta diuna vicenda diversa, da inquadrare nella drammaticasituazione in cui si dibatte il trasporto pubblico locale. Unsistema che e’ al collasso in tutt’Italia” dove ”abbiamoassistito alla proclamazione di ben 181 astensioni dal lavoronel trasporto pubblico”.
”Il contratto nazionale nel trasporto pubblico locale -ricorda il presidente dell’Autorita’ di garanzia sugliscioperi – non si rinnova da cinque anni. Abbiamo piu’ volterichiamato alle loro responsabilita’ le parti sociali,sindacati e aziende, ma anche il governo, specie in questoperiodo di crisi economico-finanziaria”.
La crisi del sistema del trasporto locale e’ dovuta -secondo Alesse – alle societa’ pubbliche che ”hanno gestitoil servizio con logiche di mercato. C’e’ stata spesso unagestione poco efficiente e ad alti costi che rispondevano adaltre esigenze. Criteri da superare. Occorrono risorse e sitrovano o aumentando le tasse o riducendo le spese inutili.
Io credo che la vera soluzione sia aprire il settore aiprivati. Bisognera’ avviare gare pubbliche trasparenti, pergarantire la separazione tra la concessionaria del servizio echi deve controllarlo e pagarlo. Aprendo la concorrenza sidovrebbero abbattere i costi per l’utenza”.
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