Salute: pediatri OPBG, anche col freddo bimbi meglio fuori a giocare

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(askanews) – Roma, 29 gen – Sono arrivati i giorni della merla(gli ultimi 3 giorni di gennaio, tradizionalmente i piu’freddi dell’anno) e con essi il picco influenzale. Nonostantele temperature leggermente sopra la media stagionale, sitratta del periodo in cui le malattie delle vie respiratorie(otiti, tonsilliti, bronchiti, bronchioliti, polmoniti)registrano il picco maggiore.

A dispetto di quella che sembrerebbe una logicacorrelazione, e’ tutt’altro che evidente se il freddorappresenti realmente un fattore favorente le infezionirespiratorie, anche perche’ l’incidenza di tali patologie nonsembra maggiore nei Paesi con temperature piu’ rigide. Cio’che invece e’ certo e’ che il soggiornare in ambienti chiusipermette il diffondersi dei virus attraverso gli starnuti, icolpi di tosse, il contatto con oggetti manipolati da altrepersone affette. Per questo il lavaggio delle mani rimane unpresidio essenziale nella prevenzione del contagio.

Per evitare le trappole del freddo quindi – soprattutto nellasettimana del picco influenzale – molto meglio coprirsi benee uscire un po’ di casa che non restare chiusi in un ambientebello caldo in cui i virus prolificano e si diffondono conmaggiore facilita’.

”Evitare di restare tutto il giorno chiusi dentro casadurante i giorni piu’ freddi, sfruttando per esempio le orepiu’ calde della giornata e un appropriato abbigliamentoinvernale – spiega Antonino Reale, responsabile del ProntoSoccorso ed Emergenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’di Roma – non aumentera’ le probabilita’ di prendersi un belraffreddore e, anzi, diminuiranno le occasioni di entrare incontatto con virus che attaccano le vie respiratorie”.

Che fare dunque? ”Piu’ i bambini sono piccoli – spiegaReale – piu’ hanno difficolta’ a mantenere una correttatermoregolazione (pensiamo ad esempio ai bambini nati dibasso peso che necessitano di stare nella cullatermostatica); quando sono piu’ grandi vengono messi in attodei meccanismi difensivi come la vasocostrizione periferica(le manine e i piedini potranno apparire un po’ piu’ scuriper non disperdere il calore), i brividi o l’aumento dellamotilita’ degli arti per produrre maggior calore.

La classica vestizione ‘a cipolla’ conserva intatta la suavalidita’; e’ infatti opportuno quando si entra in ambientipiu’ caldi alleggerirsi dei vestiti, in quanto la leeccessive variazioni termiche possono costituire un fattorefavorente l’instaurarsi di infezioni, specie virali. Anche seil bambino non gradisce molto cappelli e guanti, copriremaggiormente le estremita’ evita un’importante dispersionetermica”.

E ancora: ”Per mantenere un’adeguata temperatura corporea- spiega l’esperto – e’ necessario un adeguato ‘carburante’che produca energia termica; per tale motivo, per far frontealle diverse richieste metaboliche, si consiglia un maggiorapporto calorico e un adeguato apporto di liquidi. Per i bambini con patologie croniche, quali cardiopatie oanemie croniche, in caso di freddo particolarmente intensodevono essere osservate maggiori precauzioni; e’ quindisconsigliato recarsi in montagna a quote elevate”. red/mpd