Tav: 31 indagati e cantieri perquisiti. Stop alla talpa Monna Lisa

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. (askanews) – Firenze, 17 gen – Perquisizioni in diversi cantieri in Italia nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze sulla realizzazione del tunnel previsto nell’ambito dei lavori per il nodo ferroviario dell’alta velocita’. Attivi in particolare i carabinieri del Ros e il Corpo Forestale del Comando Regionale della Toscana. Sotto sequestro la ‘talpa’, cioe’ la grande trivella (chiamata Monna Lisa) che servira’ per l’escavazione del tunnel sotto il capoluogo toscano. Secondo quanto si apprende da fonti investigative sono 31 le persone indagate, tra queste, c’e’ anche Maria Rita Lorenzetti, presidente dell’Italferr ed ex presidente Pd della Regione Umbria. I reati contestati, vanno dalla truffa ai danni della Pubblica Amministrazione, alla corruzione, alla gestione abusiva dei rifiuti e all’associazione a delinquere. Le perquisizioni, svolte sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Firenze, hanno interessato una ventina di siti in provincia di Firenze e Prato, nonche’ in altre citta’ italiane come Brescia. In particolare i Forestali hanno sequestrato fascicoli e documentazione informatica. Dall’inchiesta emergerebbe ”un consistente traffico di rifiuti speciali, smaltiti illegalmente, nonche’ la truffa ai danni della Rete Ferroviaria Italiana, per cui si configura anche l’ipotesi di infiltrazioni mafiose”. Per il Corpo forestale, ”migliaia di tonnellate di rifiuti sarebbero state smaltite abusivamente. Dagli accertamenti svolti su incarico della Procura di Firenze e’ emerso che l’attivita’ di smaltimento veniva gestita attraverso una precisa ed organizzata regia. I vertici di una importante societa’ di settore davano indicazioni e direttive puntuali ad altre ditte minori coinvolte nel traffico illecito”. Quindi la Rete Ferroviaria Italiana ”pagava gli elevati costi di smaltimento alle ditte, ma in realta’ i rifiuti non seguivano la corretta procedura prevista dalla normativa vigente, creando quindi, un indebito profitto a favore delle varie ditte interessate”. Dal punto di vista ambientale, conclude la Forestale, ”la gravita’ del reato” consiste nel fatto che i materiali (soprattutto i fanghi) venivano ”scaricati direttamente nella falda acquifera posta nelle vicinanze dei lavori con il rischio di contaminazione della stessa e del suolo”. ”Esprimo pieno rispetto per l’operato della magistratura e mi auguro che sia fatta chiarezza al piu’ presto”. Ha affermato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. in merito all’inchiesta sui lavori per la Tav fiorentina. ”Se ci sono responsabilita’ penali e’ bene che siano accertate rapidamente. Resto profondamente convinto della necessita’ dell’opera e mi auguro che i lavori riprendano quanto prima”. red/int